editoriali
Il Quirinale spiegato all'Economist
Come provare a far diventare l’Italia il paese dell’anno per i prossimi 7 anni
L’Economist, il settimanale inglese che a ottobre 2020 definiva l’Italia “un paese in declino, che vale nulla sulla scena mondiale, con un’economia che non cresce, una classe dirigente che spreca idee e risorse”, oggi ha ribaltato il giudizio. Siamo “il paese dell’anno 2021”, annuncia il settimanale della élite politico-economica. “L’onore va all’Italia e non per i suoi calciatori che hanno vinto il trofeo più importante d’Europa, non per le sue pop star che hanno vinto la gara canora Eurovision, ma per la sua politica”. L’Economist non ha mai largheggiato sull’Italia, anzi, a partire dalla famosa copertina del 2001 “Why Silvio Berlusconi is unfit to lead Italy” (con successive cause legali e ripensamenti dell’ex direttore Bill Emmott).
Certo, il 2021 è stato l’anno di Mario Draghi: “L’Italia si è dotata di un presidente del Consiglio competente e rispettato a livello internazionale. Per una volta la maggioranza dei politici ha messo da parte le differenze per sostenere un profondo programma di riforme, vanta un tasso di vaccinazione tra i più alti d’Europa e la sua economia corre più di Francia e Germania”. Merito di Draghi, ma secondo l’Economist anche di partiti che lo hanno votato e assecondato, “mettendo da parte le differenze”.
E se Draghi venisse eletto al Quirinale, magari da quella stessa maggioranza che lo ha chiamato a Palazzo Chigi? “Draghi vorrebbe fare il presidente e potrebbe venire rimpiazzato da un primo ministro meno competente. Ma è impossibile negare che oggi l’Italia sia in un posto migliore rispetto a dicembre del 2020 e per questo è il nostro paese dell’anno. Auguroni!”. Insomma, se Big Mario salisse al Quirinale sarebbe intanto per sua volontà. E potrebbe venir rimpiazzato da un primo ministro meno competente, ma alla guida di un paese migliore, anzi del paese dell’anno. L’Economist non si straccerebbe le vesti né invita a lasciar Draghi dov’è. E del resto lui fu imposto dal Quirinale, da Sergio Mattarella, quando non eravamo proprio da Oscar. Il capo dello stato ha poteri enormi e se Draghi è la garanzia della stabilità dell’Italia non si può non sposare la mozione Maxibon: sette anni is megl che uan.