L'uscita
Grillo contro l'obbligo vaccinale: "Evoca immagini orwelliane"
Il fondatore del M5s sul suo blog. "Il bilancio delle strategie adottate in Occidente contro la pandemia è deludente. La vaccinazione non basta". Un intervento che rischia di accendere ancor più gli animi tra i Cinque stelle alla vigilia del voto per il Quirinale
L'obbligo di vaccinazione descritto alla stregua di una misura distopica per imporre limitazioni fisiche ai propri cittadini. E' facendo il verso a 1984 di George Orwell che Beppe Grillo ha deciso di esporsi sull'ultimo decreto licenziato dal governo per provare a gestire l'avanzata della variante Omicron. Quello in cui la profilassi viene resa vincolante agli over 50. E che secondo il fondatore del M5s "evoca immagini orwelliane che pesano molto psicologicamente".
L'intervento di Grillo è una riflessione che la prende molto alla larga. Passando in rassegna i diversi modelli di contrasto alla pandemia, il comico accusa i governi occidentali di essere stati deludenti mentre nel frattempo elogia alcuni paesi asiatici che hanno sposato dall'inizio la politica dei contagi zero. Guarda caso la Cina, e cioè il paese preso a modello spesse volte da Grillo e con cui il fondatore del M5s ha intrattenuto diverse relazioni amichevoli in rappresentanza dei suoi nel corso degli anni. E fa abbastanza sorridere che per arrivare a una conclusione del genere, calata nella contingenza politica italiana, si faccia riferimento ad analisi dell'Economist e di Mckinsey, che il Movimento Cinque stelle fino a qualche mese fa avrebbe considerato al pari di emanazioni luciferine. Fatto sta che l'uscita estemporanea di Grillo rischia di incendiare ancor più il dibattito interno al Movimento cinque stelle. Che proprio sull'obbligo vaccinale si era mostrato più scettico. E che però, dopo una chiamata tra Conte e Draghi, ha dovuto ingoiare il rospo. Non il massimo degli attestati di fiducia per l'ex premier alla vigilia di un appuntamento fondamentale come l'elezione del nuovo capo dello stato.