editoriali
La variante congelamento del Quirinale
Giochi pericolosi: drammatizzare Omicron per evitare Draghi al Colle
E’ più pericolosa Omicron o la mancanza di un candidato sicuro per il Quirinale? Il giochino è così scontato e ripetitivo da essere ormai tracimato dai giornali alle chiacchiere dal bar. Da giorni però c’è chi prova a mescolare le due cose, e più che un vaccino il risultato rischia di essere una nuova variante: la variante congelamento. Il dato – oggettivo – di partenza è che i contagi crescono. Il dato un po’ meno oggettivo, un po’ gonfiato dai media, è che si sia già in piena emergenza. Ieri Repubblica titolava in prima pagina “Ospedali sotto assedio”, anche se il grafico a pagina tre illustrava una situazione meno drammatica. Ma da lì a pensare che, in questa situazione, sia meglio congelare la politica, cioè l’elezione del nuovo capo dello stato, il passo è breve. Il Covid diventa una (chiara?) indicazione per chiedere a Mattarella di restare. Che però suona come uno stop a Mario Draghi appena camuffato.
Comprensibile il tifo di una parte del M5s per Mattarella, e non rischiare capitomboli. Ma, nelle mene delle trattative che non decollano, anche qualche settore del Pd punta sull’emergenza sanitaria per evitare l’elezione di un presidente della Repubblica nuovo, preludio a una crisi di governo. Matteo Orfini: “Siamo dentro una crisi drammatica, se intorno al presidente maturasse un consenso largo, gli si potrebbe chiedere un sacrificio”. A insistente domanda del Domani (altro giornale non proprio favorevole a un trasloco di Draghi al Colle), Marzio Breda ha dovuto ammettere che sì, se proprio glielo chiedessero sotto i colpi del virus, Mattarella potrebbe dover accettare. Fin qui discorsi. Ma è sempre più probabile che, quando inizieranno le votazioni – e saremo nel picco pandemico – il calendario potrebbe farsi inusuale, rallentato e congelato (una chiama al giorno, sempre ammesso di trovare la soluzione per i malati) e il quorum si farebbe assai complicato. Si scivolerebbe verso una sorta di “momento Scalfaro”, cioè la necessità di non perdersi in trattative e voti, e congelare – per quanto? – Mattarella dov’è. E Draghi, intanto, a macerare a Chigi.