(1956-2022)
La vita di David Sassoli raccontata per immagini
Fiorentino di nascita ma romano d'adozione, prima di volare a Bruxelles è stato per anni uno dei volti più noti del giornalismo televisivo italiano
Fiorentino di nascita, ma romano d'adozione. David Sassoli nella capitale arrivò giovanissimo, per seguire suo padre giornalista. E del padre seguirà le orme in campo professionale. Prima agenzie stampa e per il quotidiano Il Giorno, poi il gran debutto in Tv: Tg3 e infine Tg1, di cui sarà vicedirettore dal 2006 al 2009.
Nel 2009, l'esordio in politico. Sceglie il Pd, sponda centrista, in continuità con la sua formazione giovanile di cattolico democratico. Il suo protettore e mentore, a Roma e non solo, è Dario Franceschini.
E' su iniziativa dell'attuale ministro della Cultura, infatti, che il Pd lo candida come capolista per l'Italia entrale alle elezioni Europee di quell'anno: oltre 405 mila preferenze gli valgono l'accesso al Parlamento di Bruxelles.
Nel 2013 corre per le primarie romane del centrosinistra. C'è da scegliere lo sfidante di Gianni Alemanno, che tenta la riconferma al Campidoglio. Sassoli arriva secondo, nella conta interna, dietro al futuro sindaco "alieno", Ignazio Marino. A quelle consultazioni partecipa anche Paolo Gentiloni, che si classifica terzo. L'esperienza al vertice delle istituzioni europee farà incontrare di nuovo Sassoli e l'ex premier.
La riconferma al Parlamento europeo arriva un anno più tardi, quando Sassoli ottiene pealtro la vicepresidenza dell'Assemblea. Assume peso e importanza, diventando una delle figure di riferimento del gruppo dei Socialisti europei.
E la dimostrazione arriva 5 anni più tardi: quando Sassoli si guadagna sul campo la terza elezione di fila a Bruxelles, e conquista la presidenza del Parlamento europeo. Rivendicherà una maggiore centralità dell'Assemblea nelle dinamiche comunitarie, invocherà la riforma del trattato di Dublino e del principo dell'unanimità in seno al Consiglio europeo. Si spenderà molto anche a sostegno dell'alleanza rossogialla, sia a Roma (con un ottimo legame personale con Giuseppe Conte) sia a Bruxelles, lavorando a lungo per favorire l'ingresso del M5s nel grppo dei Socialisti.
Ottiene anche la presidenza della Conferenza sul futuro dell'Europa. E finisceal centro di un lungo dibattito intorno alla sua riconferma per l'intera legislatura alla guida del Parlamento. Atto senza precedenti, in effetti. Che poi non si concretizzerà. E sarà proprio Sassoli, a fine dicembre, a farsi da parte annunciando il ritiro della sua candidatura.
Poco prima, peraltro, Sassoli era stato colpito da una severa polmonite causata da legionella. Fu lui stesso a spiegarne i sintomi: "Febbre altissima, ricovero a Strasburgo e poi rientro a Roma, con una brutta ricaduta". Non mancava mai di ringraziare i suoi medici. "Grazie al loro impegno - diceva - conto di tornare al più presto al mio lavoro". E' morto nella notte tra il 10 e l'11 gennaio, all'età di 65 anni.