L'indiscrezione
Letta vede Renzi, poi sente Salvini. Presto l'incontro per il Colle
I due ex premier si incontrano di buon mattino a Palazzo Giustiniani. La scelta di accelerare. E così il segretario del Pd e quello della Lega hanno concordato un vertice a brevissimo
L'incontro per convincerlo. E, convincendolo, convincersi che sì, è quella l'unica strada. La strada che porta a Mario Draghi. Per questo, insomma, Enrico Letta ha fissato in agenda un incontro che forse potrebbe rivelarsi decisivo: quello con Matteo Salvini. "Avverrà, avverrà", spiegano leghisti d'alto rango. "Nelle prossime ore potrebbero vedersi", confermano al Nazareno.
Un'accelerazione segnata anche da un altro faccia a faccia. Quello tra Letta e Matteo Renzi. I due migliori nemici che si rivedono alla vigilia della più decisiva delle scadenze. La colazione di lavoro è avvenuta a Palazzo Giustianiani, nell'ufficio del senatore di Scandicci: lo stesso che stamane, in un'intervista alla Stampa, ha spiegato che l'idea di bruciare Draghi nel segreto dell'urna sarebbe una follia che nessuno può permettersi di considerare. E siccome il trasferimento del premier al Quirinale va accompagnato a un solido accordo politico su ciò che dovrà accadere dopo, meglio accelerare i tempi, per capire se i margini per un "patto di fine legislatura" ci sono davvero, e a quel punto convergere su Draghi.
Anche il segretario del Pd vorrebbe forse dettare i tempi, fissare l'appuntamento con Salvini già per questo pomeriggio. Perché Letta ha bisogno di definire il più possibile l'ipotesi Draghi prima delle 17 di domenica, quando dovrà prospettarla all'assemblea dei grandi elettori dem. Salvini, che invece al momento risulta a Milano, tentenna, resta sospeso sugli umori indecifrabili del Cav., che continua a non comunicare data e ora del prossimo vertice del centrodestra. Potrebbe essere pure quello domenica, anche se Giorgia Meloni non vorrebbe attendere oltre domani. Chissà. Le agende si incrociano, si confondono. Di certo c'è che Letta avrebbe tutto l'interesse a definire con Salvini una strategia che eviti quello che nel Pd definiscono il rischio peggiore: uno scantonamento del M5s su un nome di centrodestra che di fatto lascerebbe i dem isolati a sinistra. Ma anche Salvini teme una strambata di Berlusconi, che potrebbe fare un passo di lato e indicare contestualmente un nome che per il leader della Lega saprebbe di beffa, come Sergio Mattarella. Scenari ancora da definire. Per questo, allora meglio incontrarsi. Presto, possibilmente.