Verso il Bis
Perché a chiedere formalmente il bis Mattarella sono stati i capigruppo e non i leader dei partiti
Al Quirinale è andata in scena la sfilata dei rappresentanti delle forze politiche in Parlamento. Una scelta che assume un doppio valore simbolico
Alla fine, a risolvere lo stallo, sarà ancora una volta Sergio Mattarella, accettando la disperata richiesta dei partiti, incapaci di trovare un accordo per il suo successore. Ma al Quirinale, per chiedere ufficialmente al capo dello stato la disponibilità per un secondo mandato, non sono andati i capi dei partiti, Letta, Salvini o Conte, bensì i capigruppo in Parlamento, oltre a una delegazione delle regioni guidata dal presidente della Conferenza Massimiliano Fedriga.
Una scelta che assume un duplice valore simbolico. "C'era l'idea che andassero da Mattarella i leader politici, ma io ho pensato che, in una fase nella quale le sgrammaticature costituzionali sono già parecchie, la scelta migliore sia che vadano i capigruppo", ha spiegato il segretario del Pd Enrico Letta. Un modo ulteriore per sottolineare l'incapacità di chi dirige di mettere da parte le proprie beghe per trovare una soluzione realmente condivisa, lasciando spazio invece a quella che rappresenta la massima espressione popolare: il Parlamento, appunto.
Ma in questo percorso si può rintracciare anche un altro elemento: la discontinuità con quanto accadde nel 2013 con la rielezione di Giorgio Napolitano. In quell'occasione infatti furono proprio i segretari, tra cui lo stesso Letta ma anche Berlusconi, a recarsi dal presidente in carica.
Dal punto di vista del presidente Mattarrella, la scelta di non incontrare i leader rappresenta anche un modo, come ha scritto su queste pagine Salvatore Merlo, per rimettere in sella Mario Draghi, e rilanciare l'azione di un governo segnato dalle spaccature degli ultimi mesi.