EDITORIALI
Il pacco balneare della Meloni
Con la proroga lo stato regala le concessioni e i contribuenti pagano le multe
Sulle concessioni balneari Giorgia Meloni sta facendo una battaglia per conquistare agevolmente una nicchia di elettorato che fino a qualche tempo fa era contesa principalmente tra la Lega e il M5s. E’, comprensibilmente, ciò che fa chi si trova all’opposizione quando i populisti al governo non sono in grado di mantenere certe promesse. Proprio questo, però, è un segnale di quanto la leader di Fratelli d’Italia aspiri a governare e quanto a rappresentare il malessere. In ogni caso, la posizione contro la riforma delle concessioni balneari al grido di “esproprio!” è assurda per due ordini di motivi.
Il primo è che è abbastanza ridicolo proporre una proroga delle concessioni di 99 anni dopo la sentenza del Consiglio di stato che ha demolito l’estensione delle concessioni balneeari al 2033, imponendo una riassegnazione dei titoli attraverso una gara pubblica entro il 2023. Siccome è illegittimo prolungare le concessioni per 10 anni, la Meloni propone di farlo per 100 anni. Non pare un ragionamento in grado di ribaltare gli effetti della sentenza.
Ma c’è un altro punto, che riguarda il livello degli argomenti usati. Meloni si scaglia contro chi “vuole regalare questo patrimonio del nostro turismo agli appetiti di multinazionali e grandi gruppi stranieri”. Si dà il caso che la realtà sia l’esatto contrario: con la messa a gara, come previsto dalla direttiva Bolkestein, lo stato valorizza le concessioni e incassa gettito; con la proroga eterna proposta dalla Meloni, invece, le “regala” a chi pagava pochissimo e non ha più titolo per mantenerle. Inoltre, se passasse la linea Meloni, la procedura d’infrazione per violazione della Bolkestein si trasformerebbe in una sanzione molto salata per l’Italia. Si arriverebbe così a un esito paradossale: non solo lo stato non riscuoterebbe nulla dalle concessioni, ma dovrebbe addirittura pagare una multa per non averle messe a gara. La Meloni così non fa solo un regalo agli attuali balneari, ma anche un pacco ai contribuenti.
L'editoriale dell'elefantino