(foto EPA)

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Dall'accoglienza alle misure energetiche: così il governo reagisce alla crisi ucraina

Redazione

A pochi giorni dall'inizio del conflitto tra Ucraina e Russia, il governo ha introdotto delle novità su più fronti. Ecco cosa viene previsto nel decreto licenziato dal Consiglio dei ministri di oggi

L'accoglienza degli ucraini in fuga dal paese dopo l'invasione russa. Ma anche nuove dotazioni per armare l'esercito ucraino, così come misure per contrastare l'emergenza energetica acuita dalla crisi con la Russia. E' quanto ha ricompreso un decreto-legge licenziato dal Consiglio dei ministri nel pomeriggio. Al termine del quale il governo ha stilato un documento in cui si sintetizzano le principali novità. Ecco di cosa si tratta. 

Nuove armi e munizioni

Come avevamo anticipato qui, l'esecutivo si è impegnato – previa risoluzione del Parlamento – a destinare all'esercito ucraino una serie di armi e munizioni in accordo con l'impegno della Nato a favore del governo di Kyiv. Si tratta per lo più di mitragliatrici e missili anti aerei e anti carro. Nel decreto non viene specificata la cifrà. Sarà dettagliata dopo il passaggio parlamentare. Viene predisposta la possibilità di derogare rispetto alle normative vigenti per quel che riguarda alcune operazioni militari all'estero.

Ricorso a nuove fonti energetiche

Per rispondere alla crisi energetica aggravata dal grado geopolitico, il governo apre alla possibilità di introdurre misure per aumentare l'offerta e/o ridurre la domanda di gas in fase di emergenza. La norma quindi rende immediatamente attuabile, qualora fosse necessario, la riduzione del consumo di gas delle centrali elettriche attraverso la massimizzazione della produzione da altre fonti e fermo restando il contributo dato dalle energie rinnovabili in questa fase di crisi. Per questo motivo, l'azienda a partecipazione pubblica Terna viene investita di una serie di compiti gestionali. 

Politiche per l'accoglienza

Sempre legato alla questione ucraina, il decreto introduce delle novità nelle politiche per l'accoglienza. Per rendere più agevole l'arrivo di chi scappa dalla guerra, per esempio, si prevede che i cittadini ucraini vengano ospitati all'interno del sistema Centro Accoglienza Straordinario (Cas) pur non avendo ancora presentato domanda di protezione internazionale. Per questa ragione, viene anche disposto lo stato di emergenza per l'accoglienza fino al 31 dicembre 2022 e stanziati 10 milioni di euro. In aggiunta, si prevede un fondo di 500 milioni perché studenti, docenti e ricercatori ucraini possano completare il loro percorso di formazione nelle università e negli enti di specializzazione del nostro paese. 

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