la missiva
Di Maio scrive a Casellati e Fico: "No alle missioni dei parlamentari in Ucraina"
Il ministro degli Esteri in una lettera indirizzata ai presidenti di Camera e Senato sconsiglia la partecipazione di deputati e senatori alle missioni nel paese in guerra: "Sono obiettivi sensibili. La loro presenza potrebbe essere facilmente strumentalizzata"
No alle missioni in Ucraina per i parlamentari italiani, in quanto sarebbero "obiettivi sensibili", e la loro presenza potrebbe essere "facilmente strumentalizzata". Lo scrive il ministro degli Esteri Luigi Di Maio in una lettera inviata ai presidenti di Camera e Senato Roberto Fico e Elisabetta Alberti Casellati. "La Comunità Papa Giovanni XXIII, con lettera allegata, ha proposto a Senatori e Deputati della Repubblica di partecipare ad una missione umanitaria in territorio ucraino", recita la missiva del titolare degli Esteri. "Pur comprendendo le buone intenzioni dell’iniziativa, con una lettera del Capo dell’Unità di Crisi, abbiamo ricordato agli organizzatori l’estrema pericolosità della situazione nell’intero territorio dell’Ucraina, Paese martoriato dalla guerra e verso il quale la Farnesina sconsiglia viaggi a qualsiasi titolo".
Così il documento si sofferma sulle ragioni per cui è considerato inopportuno che i rappresentanti della Repubblica vengano inviati in un contesto di guerra. "Lo sconsiglio è a maggior ragione necessario per un gruppo importante e visibile di parlamentari e giornalisti, che possono rappresentare un obiettivo sensibile e al tempo stesso generare un meccanismo di emulazione. Nell’attuale contesto la loro presenza potrebbe essere facilmente strumentalizzata a scopo bellico o di disinformazione, con conseguenze pesanti per il nostro stesso interesse nazionale. Ciò potrebbe inoltre arrecare grave pregiudizio ai cittadini italiani e stranieri tuttora intrappolati nel Paese". Un ragionamento che acquista di senso a maggior ragione perché nelle ultime ore si stanno moltiplicando le prese di posizione di politici italiani che preludono a un viaggio tra Polonia e Ucraina, sul modello di quanto ha fatto per esempio la scorsa settimana Matteo Salvini (che ha già annunciata di voler fare una seconda sortita). Mi viene riferito che una trentina di parlamentari avrebbero già aderito alla proposta della Comunità. Le sarei davvero grato se potesse rivolgere un appello a non prendere parte alla delegazione", sottolinea allora Di Maio. "Tramite l’Unità di Crisi abbiamo assicurato alla Comunità Giovanni XXIII la disponibilità a fornire ogni assistenza per sviluppare, in sicurezza, altre iniziative umanitarie e di assistenza, anche appoggiandosi alla nostra Ambasciata che, con grande difficoltà e in segno di vicinanza con il popolo ucraino, continua ad operare da Leopoli". Ogni interferenza dei politici in territorio ucraino, insomma, non è cosa particolarmente gradita.