(foto Ansa)

reazioni al conflitto ucraino

Il Parlamento al governo: "Si porti la spesa militare al 2 per cento del pil"

Redazione

In commissione Difesa alla Camera passa a larghissima maggioranza un'ordine del giorno che chiede all'esecutivo di aumentare le spese militari. Era quanto aveva anticipato Draghi stesso in Aula

Lo aveva anticipato Draghi nelle sue comunicazioni alle camere lo scorso 1 marzo, per informare sullo stato della guerra in Ucraina. E adesso il Parlamento batte un colpo: con un ordine del giorno, nelle pieghe dell'esame del decreto Ucraina, le forze politiche hanno chiesto al governo di portare la spesa per la Difesa al 2 per cento del pil. Un testo, presentato dal leghista Roberto Paolo Ferrari, su cui s'è trovata una larghissima convergenza in commissione Difesa alla Camera (hanno votato contro infatti solamente gli esponenti di Alternativa c'è). "Si tratta di raggiungere un obiettivo che il nostro Paese si era dato, aderendo alle conclusioni del vertice dell'Alleanza atlantica nel 2014 in Galles, ovvero impegnare una quota, pari al 2 per cento del prodotto interno lordo del Paese, per gli investimenti nel settore, nel campo della difesa", ha spiegato la ratio dell'ordine del giorno Ferrari. "In questi anni, in maniera altalenante, la spesa per la difesa ha subito, però, una costante contrazione, una contrazione che, nell'ultimo esercizio finanziario, ha finalmente visto una inversione di tendenza". 

Su questo documento poi andato in votazione c'era stato il preventivo parere favorevole del governo. Cosa che non si è verificata, invece, nei confronti di un altro ordine del giorno presentato dal meloniano Salvatore Caiata. Che chiedeva di ricostituire gli arsenali militari dopo la cessione gratuita di alcune armi all'Ucraina. Il sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulè ha detto che "la Difesa italiana ha un apparato efficiente e capace di rispondere anche rispetto alla misura presa nei confronti del Governo ucraino". E che quindi una misura come quella richiesta dall'esponente di Fratelli d'Italia non è necessaria. 

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