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Regioni in pressing per cambiare il Pnrr. Zaia: "Va rinegoziato"
Anche i governatori iniziano a chiedere a Draghi di rivedere i piani del Recovery. Il presidente del Veneto: "Molti dei progetti previsti rischiano di non tener conto della bufera in arrivo"
"Draghi torni a negoziare il Pnrr". E insomma quella che sta prendendo pian piano piede a Palazzo Chigi, e cioè cercare di ritarare l'applicazione del Recovery sul nuovo contesto post guerra in Ucraina, pare essere una reazione condivisa anche sui territori. Lo mette in chiaro questa mattina il presidente del Veneto Luca Zaia in un'intervista al Corriere della Sera. In cui il leghista fa un'analisi molto pragmatica su quali sarebbero le nuove priorità, scosse dall'invasione russa che ha generato nuove incertezze e paure. "Tutto quello che si era immaginato per la ripresa, anche dal punto di vista strategico, è stato certamente negoziato in maniera ragionata e devo dire, con una visione. Ma oggi, prima ancora di essere pienamente adottati, questi progetti rischiamo di essere fuori dal tempo. E non parlo solo del Pnrr, ma anche della Politica agricola comunitaria (Pac). La loro precoce non attualità non è una carenza di programmazione, ma è la conseguenza dall’arrivo di una guerra", dice il presidente di regione. Con questo appellandosi al buon senso di un governo che, in ogni caso, aveva già lasciato trapelare l'intenzione di rivedere alcuni capitolati d'intervento.
Anche perché, ancora con le parole di Zaia, "Il Pnrr sono 229 miliardi che vengono spalmati sui territori italiani e molti dei progetti previsti rischiano di non tener conto della bufera in arrivo. L’Ucraina fa emergere problemi pazzeschi: siamo in un’economia di guerra. Senza le bombe sulla testa, ma con tutti i contraccolpi: aumenti stellari e a volte poco giustificati dell’energia e delle materie prime, gli assalti ai supermercati e il rischio di vivere la mancanza di cereali e altre derrate. Se fino a ieri potevamo pensare che fare i guardrail d’oro avrebbe fatto arrivare i turisti, oggi sappiamo che dobbiamo sfamare la gente".
Da qui passa, secondo l'esponente del Carroccio, una riflessione sui tanti No che il nostro paese ha detto nel corso degli ultimi anni, a partire dalle potenziali fonti di appoviggionamento energetico, che ora ci hanno condotto verso una dipendenza dalle importazioni di gas russo. "L'obiettivo deve essere l'autosufficienza, anche alimentare". Sul Foglio abbiamo raccontato come il governo, soprattutto per quel che riguarda il settore della Difesa, stia studiando un meccanismo che permetta di riscrivere i bandi del Recovery così da valorizzare il cosiddetto "scopo duale". Le parole di Zaia dimostrano che il pressing delle regioni perché si arrivi a delle modifiche sostanziali del pacchetto di finanziamenti europei è solo all'inizio.