guardando oltralpe
Conte-Di Maio e Letta: i rossogialli alla prova del risiko francese
Mentre il segretario del Pd dice che con la vittoria di Le Pen "l'Europa sarebbe distrutta", il capo del M5s riconosce alla sovranista di aver posto "temi molto sensibili anche per noi". Quelle parole in largo anticipo di DI Maio: "In Francia voterei Macron"
Le elezioni in Francia come ulteriore banco di prova per la tenuta della coalizione. Ma siamo così sicuri che l'accesso al ballottaggio di Emmanuel Macron e Marine Le Pen consentirà a Enrico Letta, Giuseppe Conte e Luigi Di Maio di marcare le analogie e non piuttosto le differenze? Basta vedere le reazioni nell'immediato post-chiusura dei seggi per farsi un'idea a riguardo. Così mentre il segretario del Pd si mostrava prontissimo a dichiarare che "nel caso vinca Le Pen si sfascia l'Europa". E soprattutto si schierava "con l'europeismo, mentre Putin tiferà per il sovranismo", parole non così ferme venivano al contempo pronunciate dal capo politico del Movimento cinque stelle.
Che ieri sera, ospite di Non è l'Arena, nell'esprimere un giudizio sulla sfidante di Macron era molto più sfumato: il M5s ha "una visione complessiva distante da quella di Le Pen, perché stiamo parlando di una visione di una destra conservatrice", ha premesso l'ex presidente del Consiglio. Lasciando intuire che fosse sulla stessa lunghezza d'onda dei dem. E però? "Sicuramente siamo anche noi molto sensibili a dei temi che sono stati posti anche dalla Le Pen, per esempio sulla perdita di potere d’acquisto dei francesi e secondo me la crescita de la Le Pen negli ultimi sondaggi è dovuta al fatto che si è meno concentrata su un quadro internazionale, preferendo concentrarsi sul quadro interno, sulla sofferenza delle famiglie e delle imprese". Un riconoscimento, quindi, di quanto buono abbia fatto la leader del Rassemblement national. Questo mentre nell'arco della stessa trasmissione Conte non ha avuto il coraggio di esprimere la sua netta preferenza per il presidente Macron, che ha accuratamente evitato di citare.
E' strano perché l'altro leader interno al M5s, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, una preferenza esplicita l'aveva espressa con larghissimo anticipo. Partecipando alla Festa del Foglio nel novembre 2021, quando gli avevamo ricordato del pellegrinaggio presso i Gilet jaunes, il titolare della Farnesina volle fugare ogni dubbio: "In Francia voterei Macron", disse. Una presa di posizione molto chiara che senz'altro, alla luce delle dichiarazioni molto timide di Conte, assume un valore di contrasto molto forte. E che testimonia lo sconquasso di un'alleanza che anche sulle questioni estere risente di posizioni troppo diversificate. Per ogni certezza sulla guerra in Ucraina e sugli alleati da coltivare a livello comunitario, facendo una scelta netta tra europeismo e sovranismo, c'è sempre un Conte che è pronto a opporre i mille dubbi dell'ultim'ora.