Editoriali
Il diritto di spararla grossa: l'ultima surreale soffiata su Berlusconi
La fuffa degli incontri fra il Cav. e la ’ndrangheta che piace ai complottisti: una storia antica che non passa mai di moda
Nel corso della sua deposizione al processo ’Ndrangheta stragista', l’ex pentito Antonio Parisi ha sostenuto di essere stato informato che Silvio Berlusconi, nel 2004, avrebbe partecipato a una riunione con esponenti della criminalità organizzata, insieme a una non meglio identificata “donna dei servizi segreti”. In quell’occasione il leader di Forza Italia avrebbe addirittura indicato gli obiettivi da eliminare. Parisi è una persona dalla memoria intermittente, in varie occasioni ha dichiarato di avere “la memoria in panne” a causa di un ictus. Questa volta invece pare l’abbia recuperata e ha spiegato che un altro personaggio, Vittorio Ierinò, avrebbe addirittura una registrazione delle conversazioni cui avrebbe partecipato Berlusconi.
L’idea che il personaggio politico più importante dell’epoca, peraltro presidente del Consiglio dei ministri, potesse tranquillamente partecipare a incontri di questo tipo, che si facesse registrare mentre dava ordini alla ’ndrangheta è assolutamente surreale. Naturalmente è possibile che una sceneggiata di questo tipo serva a dare uno sfondo “politico” in modo da confondere le carte, un comportamento simile a quello adottato dal boss Giuseppe Graviano, che a un certo punto si era scagliato contro il “traditore Berlusconi”. Ovviamente un imputato può dire quello che vuole, anche perché ha per legge il diritto di mentire, ma quando uno le spara così grosse non può poi pretendere alcuna credibilità, e sembra che anche la procura, che non ha avviato alcuna procedura contro Berlusconi, la pensi così. Tuttavia ci si può aspettare che negli ambienti giustizialisti e complottisti anche queste fanfaluche vengano utilizzate per rievocare le antiche polemiche sulla collusione (in questo caso si parla addirittura di un rapporto organico e gerarchico) tra stato e criminalità organizzata, un brutto film che non si stancano mai di proiettare.