(foto Ansa)

L'uscita

Conte il risentito: "Amareggiati per le parole di Draghi. Qualcuno ci vuole fuori dal governo"

Redazione

L'ex premier alla presentazione della scuola di formazione del M5s. "Esigiamo rispetto. Ora col premier serve un chiarimento". E sulla Russia. "Non vedo alcuna possibilità di sconfiggere una potenza nucleare"

Ha l'espressione contrita di chi è appena stato tradito. "Siamo amareggiati per le parole di Draghi. Ora con il premier serve un chiarimento", dice Giuseppe Conte parlando ai cronisti prima di dare fattezze alla Scuola di formazione del M5s. Un ciclo di lezioni in cui potranno studiare "tutti coloro che ambiscono a un percorso nel M5s". E in cui lui sarà il primo degli alunni. Ma l'attenzione, a dire il vero, è tutta riposta su altro. A partire dalle parole di ieri del presidente del Consiglio che a Strasburgo ha duramente criticato il Super bonus al 110 per cento per le ristrutturazioni edilizie, una misura che "ha fatto triplicare i costi" e per cui "non siamo affatto d'accordo". Che però da sempre è una bandierina del Movimento cinque stelle. E così adesso Conte dice che "Draghi è stato contraddittorio. Mi meraviglia che davanti al Parlamento europeo trovi l'esigenza di criticare una misura che ha fatto correre il paese". E che l'andazzo sia chiaro lo si intuisce dal senso generale delle parole del capo politico grillino. Che rievoca quello spirito da propaganda pacifista che tanto lo ha fatto andare d'accordo con Matteo Salvini nel corso degli ultimi giorni

 

"Ieri il capogruppo alla Camera Davide Crippa ha formalizzato la richiesta" al premier Draghi di riferire in Aula sulla crisi ucraina, una richiesta "a cui mi sembra abbiamo aderito anche altri leader. Mi sembra che nel dibattito pubblico questa richiesta mi sembra sia stata accolta da tutti in modo giusto. Il presidente del Consiglio venga a spiegare qual è la posizione dell'Italia, in quale direzione il paese si sta muovendo", ha detto Conte. Aggiungendo di augurarsi che nell'incontro a Washington con Biden in programma il 10 maggio il presidente del Consiglio non si limiti ad ascoltare la linea del presidente americano ma possa "cercare di persuaderlo". Questo perché? Deriva dal fatto che secondo Conte "non vediamo alcuna possibilità che l'obiettivo possa essere sconfiggere la Russia, se così fosse sarebbe un grande errore e l'Italia deve correggerlo". In pratica la sconfessione totale della dottrina americana. 

Fatto sta che la contrarietà sull'invio delle armi, così come la bastonata sul Superbonus e l'approvazione della norma in Cdm che consentirà a Roma di poter costruire un termovalorizzatore (su cui l'auspicio è che "non venga messa alcuna fiducia"), hanno convinto l'ex presidente del Consiglio che "qualcuno ci vorrebbe fuori dal governo". Ma non è finita qui: c'è spazio per un "rappresentiamo 11 milioni di elettori, esigiamo rispetto". Così come per una richiesta di chiarimento rivolta proprio a Palazzo Chigi. E' il Conte risentito che prova a giustificare ogni giorno una nuova mattana. 

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