editoriali
Salvini non ha capito il discorso di Draghi
Il leader della Lega legge al contrario l’invito del premier ad avere più Europa
Matteo Salvini oggi ha commentato il discorso di Mario Draghi al Parlamento europeo con un tweet: “Europa inadeguata. Trattati da cambiare. Bene Draghi, la Lega lo chiede da anni, rimettiamo al centro i Popoli, il lavoro, la crescita e la sicurezza”, ha scritto il segretario della Lega. Pochi minuti dopo, intervenendo nella plenaria di Strasburgo, il presidente del gruppo salviniano, Marco Zanni, ha spiegato a Draghi che “non è un crimine ammettere gli errori e cambiare rotta”. Vorremmo credere che la frase di Zanni fosse rivolta a Salvini e alla Lega, che da anni predicano e praticano un nazionalismo populista distruttivo nell’Ue. Una conversione sincera sarebbe benvenuta. Purtroppo è più probabile che Salvini non abbia capito nulla del discorso di Draghi.
Il presidente del Consiglio ha chiesto una riforma dei trattati perché “l’integrazione europea è l’alleato migliore che abbiamo per affrontare le sfide che la storia ci pone davanti”. Serve “un federalismo pragmatico” per gestire le crisi e “un federalismo ideale” per gli attacchi ai valori dell’Ue che vengono da Salvini e dai suoi amici in Europa e in giro per il mondo. Che sia sulla guerra di Putin in Ucraina, la doppia transizione climatica e digitale o la crisi del prezzo della bolletta, la proposta di Draghi è più Ue e più istituzioni europee, che decidono senza veti nazionali.
Federalismo pragmatico “significa che per tante di queste sfide l’unico modo è affrontarle insieme. Ma affrontarle insieme non significa solo finanziarle insieme. Affrontarle insieme significa disegnarle insieme, sorvegliarle insieme, assicurarsi che i soldi siano ben spesi tutti insieme”, ha spiegato Draghi nella replica al Parlamento europeo. E’ l’opposto della visione di Salvini, che quando dice “trattati da cambiare” ha tutt’altro obiettivo: sfasciare l’Ue dall’interno in compagnia di Viktor Orbán e Marine Le Pen.