il discorso

Draghi alla Cisl: "Il governo è qui per cambiare le cose, non per stare fermo"

Il premier è intervenuto al diciannovesimo congresso confederale dell'organizzazione sindacale. "Il cambiamento dipende dalle nostre azioni di oggi. Serve coraggio"

Redazione

Il presidente del Consiglio Mario Draghi è intervenuto questa mattina al diciannovesimo congresso confederale della Cisl, che quest'anno ha il titolo "Essere per cambiare". Pubblichiamo qui di seguito il suo discorso integrale. 


 

Segretario Sbarra,                                                   
Vicepresidente Picierno,  
Ministro Bianchi
Sindaco Gualtieri,
Autorità tutte,
Delegati,

Voglio prima di tutto ringraziare il Segretario Sbarra e tutti i membri del Comitato Esecutivo della CISL per l’invito. E voglio dire che condivido molto il titolo che avete scelto per il vostro Congresso. “Esserci per cambiare” è una frase diretta, che racchiude anche il senso di questo governo. Siamo qui per fare quello che serve all’Italia, ai lavoratori, alle imprese - non per stare fermi.

E siamo qui per farlo insieme a voi – alle parti sociali. Perché il cambiamento di domani dipende dalla nostra azione di oggi. E questa azione deve partire da una prospettiva concreta, coraggiosa, condivisa. 

Fin dal suo insediamento, il Governo ha cercato – e, direi, molto spesso ha trovato - il dialogo con i sindacati. Lo abbiamo fatto perché le buone relazioni industriali sono state essenziali in alcuni dei momenti più difficili della nostra storia. Penso innanzitutto al Patto Ciampi del 1993 che ha reso l’Italia più forte e più competitiva, e che ha coniugato crescita economica, tutela dei diritti, difesa dei salari dei lavoratori.

Come disse Franco Marini, un grande segretario generale della CISL, nel suo discorso di insediamento alla Presidenza del Senato, “la forza di una democrazia matura, come la nostra, risiede anche nel saper convergere insieme sulle decisioni e le scelte migliori per il nostro Paese".

A marzo dello scorso anno, con il ministro Brunetta abbiamo firmato il Patto per l’innovazione del lavoro pubblico, che ha inaugurato un metodo di confronto a partire dai temi dell’organizzazione del lavoro e della formazione professionale.  A maggio, il ministro Bianchi ha promosso il Patto sulla scuola, con cui il Governo si è impegnato a valorizzare il personale scolastico e a investire sulla sicurezza degli istituti.

Abbiamo collaborato in modo costante e proficuo per la gestione della pandemia. Le intese sui protocolli contro il Covid-19 e sulle vaccinazioni in azienda ci hanno permesso di riaprire il Paese più velocemente, di far ripartire l’economia in sicurezza. Collaboriamo nell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, grazie al Tavolo Permanente per il Partenariato Economico, Sociale e Territoriale.

Uno strumento essenziale per realizzare al meglio le riforme e gli investimenti che servono al Paese e in particolare ai giovani, alle donne, al Mezzogiorno. Questo elenco, non esaustivo, dimostra che i risultati raggiunti dal Governo sono il prodotto di un metodo che ci siamo voluti dare, insieme.  Voglio ringraziare anche ovviamente il Segretario Sbarra e la CISL, ma anche la CGIL e la UIL i cui Segretari non ci sono oggi, per lo spirito di leale e franca collaborazione, che auspico possa rafforzarsi ulteriormente nei prossimi mesi.

La guerra in Ucraina rende i nostri sforzi di cambiamento più complessi e, al tempo stesso, ancora più necessari. Il mercato dell’energia vive una fase di enorme volatilità, che penalizza i lavoratori e le imprese. I blocchi alle esportazioni, i colli di bottiglia negli approvvigionamenti, i ritardi nelle consegne hanno messo in luce la debolezza dei nostri sistemi industriali.

Queste crisi colpiscono in particolare i cittadini più vulnerabili, le realtà sociali più fragili, e mettono a dura prova la coesione sociale.  Ci costringono a ripensare la nostra politica energetica, le nostre catene produttive, il nostro sistema di filiera. Il Governo si è mosso con rapidità per tutelare i lavoratori di fronte alle molte crisi di questi anni.

Abbiamo introdotto l’Assegno unico per i figli, un sussidio familiare più semplice, equo, inclusivo, esteso anche agli autonomi, ai disoccupati e agli incapienti. Con la riforma dell’IRPEF abbiamo sostenuto i redditi delle famiglie, soprattutto le più deboli. Questi maggiori trasferimenti valgono a regime quasi 14 miliardi di euro e rendono il nostro sistema fiscale più razionale e più giusto. Prevediamo che la pressione fiscale quest’anno cali di 0,4 punti percentuali rispetto all’anno scorso – ed è la riduzione più consistente degli ultimi sei anni.

Per sostenere i salari abbiamo ridotto i contributi a carico dei lavoratori per quest’anno.  Per tutelare i cittadini dai rincari energetici, abbiamo ampliato la platea di persone che possono usufruire del bonus sociale elettricità e gas e tagliato le accise sui carburanti.  Abbiamo introdotto un’indennità una tantum da 200 euro per 28 milioni di italiani.

Al tempo stesso, interverremo per rafforzare la nostra economia in modo strutturale, per renderla più competitiva ma anche più sostenibile.  Nelle scorse settimane, abbiamo raggiunto accordi con diversi Paesi – dall’Algeria all’Azerbaigian - per ridurre la nostra dipendenza dal gas russo e rafforzare la nostra sicurezza energetica. 

In settori strategici come i semiconduttori e le batterie abbiamo stanziato somme ingenti e avviato progetti innovativi per riportare la produzione in Europa e ridurre la dipendenza dall’estero.  Accorciamo le catene del valore in settori come il farmaceutico e i materiali critici, e investiamo sulla sicurezza alimentare. Con il PNRR, investiamo nella transizione energetica e in quella digitale.

Per abbattere la precarietà e rafforzare le tutele nel mercato del lavoro, occorre investire anche nella formazione professionale, con incentivi specifici per i giovani. Con uno stanziamento da circa 600 milioni di euro rafforziamo il sistema duale, per sviluppare competenze utili nel mondo del lavoro. 

Vogliamo eliminare gli ostacoli che storicamente limitano l’occupazione delle donne.  Lo facciamo con le politiche di welfare – come l’aumento degli asili nido – e attraverso gli sgravi contributivi per le aziende che si impegnano a garantire la parità di genere.  Abbiamo anche introdotto sgravi fiscali per le lavoratrici che rientrano al lavoro dalla maternità. 

Molto però resta ancora da fare - a partire dalla sicurezza dei lavoratori. Voglio ricordare, ancora una volta, le persone che hanno perso la vita mentre lavoravano – oltre 1.200 nel solo 2021. Alle loro famiglie, ai loro colleghi, esprimo la più sentita vicinanza del Governo e la mia personale. Con la collaborazione attiva di voi sindacati, siamo intervenuti per rafforzare e rendere più partecipato il sistema dei controlli.  Potenziare le attività ispettive, però, non basta. Le aziende devono fare attività di formazione, di manutenzione, di prevenzione.  È un tema di civiltà, che qualifica una democrazia.

Oggi, mentre le ragioni della forza tentano nuovamente di prevalere nel cuore dell’Europa, voglio ricordare l’insegnamento di un economista che ha dato molto all’Italia, alla sua civiltà del lavoro. “L’utopia dei deboli” – diceva Ezio Tarantelli – “è la paura dei forti”. Lo dimostra la storia del movimento dei lavoratori nel nostro Paese. È così che si costruisce la forza di una democrazia libera.

Per questo, abbiamo scelto senza esitazioni di metterci al fianco di un popolo aggredito. Per questo abbiamo condannato senza esitazioni gli attacchi neofascisti alla sede di un sindacato. Dobbiamo difendere la forza delle istituzioni democratiche, i loro valori fondanti.  Dobbiamo mantenere una prospettiva economica, sociale, civile condivisa.  Dobbiamo continuare a “esserci per cambiare”.
Grazie.

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