Il caso
La visita segreta di Salvini all'ambasciatore russo in Italia (senza che Draghi sapesse niente)
Una settimana dopo l'inizio del conflitto in Ucraina, il segretario della Lega, accompagnato dal consigliere Capuano, venne accolto all'ambasciata russa da Sergey Razov. Palazzo Chigi: "Grave". Il Pd: "Ora chiarisca di cosa hanno parlato"
Sono ore frenetiche. E' passata solo una settimana dall'inizio della guerra in Ucraina. I leader europei si ritrovano per studiare i primi pacchetti di sanzioni da erogare alla Russia. Nel frattempo, si osserva con sgomento allo sconquasso che il regime di Vladimir Putin sta producendo nel paese sotto assedio. Il presidente Volodymyr Zelensky si attrezza per spandere il suo messaggio di resistenza in tutto l'occidente. Un paio di settimane dopo parlerà anche in video collegamento con Montecitorio. E in quelle stesse ore, cosa fa Matteo Salvini? Ancor prima di orchestrare la fallimentare spedizione polacca, quella in cui finirà sbertucciato dal sindaco di Przemysl, il leader della Lega si ricorda di avere una connection sentimentale con la Russia. Così il 1° marzo va a cena dall'ambasciatore russo in Italia Sergej Razov. Accompagnato dal nuovo misterioso confidente, quell'Antonio Capuano che da quando ha conosciuto il segretario del Carroccio gli ha promesso di consegnarli le chiavi del mondo. Vantando innemerevoli "legami". Dal Kuwait fino a Mosca.
È il quotidiano Domani ad aver ricostruito l'incontro. Che, per inciso, viene smentito da Capuano. Ma assolutamente confermato dall'ambasciata russa in Italia. Perché "è il nostro lavoro accogliere le persone, anche politici come Salvini, che fa parte della maggioranza di governo". Anche se "per quanto riguarda il contenuto, non possiamo dire cosa è stato detto", ha dichiarato la portavoce dell'ambasciata russa in Italia Valentina Sokolova. Ecco, perché è proprio sulla natura del colloquio che si è innescata subito la reazione da parte delle forze politiche. "Di cosa hanno parlato? Perché lo hanno incontrato? Salvini chiarisca", è stato il commento della responsabile Esteri del Pd, Lia Quartapelle. Seguita a ruota dal segretario dem Enrico Letta, che subito ha chiesto al segretario della Lega di fornire delle risposte: "Non può finire a tarallucci e vino". E così il leghista s'è già barricato dietro a una linea difensiva, chiarendo in una nota che "la Lega è una grande squadra, che ha vinto e vincerà ancora a lungo, per questo il tentativo di alimentare litigi e divisioni si ripete sempre uguale, noioso e inutile". E buttando la palla su un altro focus: i referendum sulla giustizia che si voteranno il 12 gugno.
Ma anche nel centrodestra si sono sollevati dubbi sull'opportunità dell'incontro con l'ambasciatore Razov. Quello che poi, qualche settimana dopo, avrebbe querelato alcuni giornalisti della Stampa, quasi come una forma di intimidazione all'Italia, dicendo che "è brutto mordere la mano a chi te l'ha tesa in passato". Alludendo alla missione "Dalla Russia con amore". Piena di misteri e su cui s'è dovuta muovere pure l'intelligence del paese.
Il deputato Elio Vito di Forza Italia, membro del Copasir, ha presentato un'interrogazione al presidente Draghi e al ministro Di Maio per chiedere "se fossero stati informati o comunque fossero a conoscenza degli incontri e delle iniziative del senatore Salvini e dell'avvocato Capuano con ambasciate straniere e quali siano le loro valutazioni sugli effetti della vicenda". Su questo, sarà interessante capire la risposta del governo. Anche se un certo nervosismo è già filtrato da Palazzo Chigi. L'incontro? "Fosse vera la notizia, sarebbe gravissimo", hanno detto a Domani fonti vicine al presidente del Consiglio. Che adesso, anche all'estero, probabilmente dovrà rispondere del perché uno dei componenti della sua maggioranza abbia deciso di procedere con questo atto unilaterale, assolutamente non concordato con il governo e con le altre cancellerie internazionali.