il caso

Proponeva la castrazione chimica. L'ex leghista pugliese ora si candida con Emiliano

Redazione

"È uno dei temi che mi ha portato fin qui, con la Lega", diceva l'ex vicesegretario del Carroccio a Barletta, dove raccoglieva le firme contro il governatore. Oggi sostiene la candidata sindaca del Pd, in una delle liste a nome del presidente, che giusto ieri diceva: “Non si può essere buoni per qualunque valore, per qualunque principio etico"

Dalla castrazione chimica al centrosinistra, certe volte, il passo è breve. Accade quando c'è di mezzo il metodo Emiliano, il governatore che in nome del campo largo – molto largo, larghissimo – imbarca un po' di tutto curandosi poco, per usare un eufemismo, della provenienza dei suoi candidati.

 

 

E così a Barletta, uno dei 26 capoluoghi chiamati a eleggere il nuovo sindaco domenica prossima, il presidente della regione Puglia si ritrova in lista l'ex vicesegretario locale della Lega, che fino all'altro ieri gli faceva campagna elettorale contro, allestiva banchetti e raccoglieva le firme per mandarlo a casa. Tale Francesco Doronzo, che in qualità di salviniano di ferro (almeno fino all'agosto 2020 quando ha rinunciato alla carica), tra uno slogan anti “invasione” e un post indignato per Bibbiano, scriveva: “La castrazione chimica è uno dei temi che mi ha portato fin qui, con la Lega. Chi è contrario o ha qualche scheletro nell’armadio oppure non comprende che non si può puntare sempre al rieducare, ed al reinserire nella comunità, determinate persone. Gli stupratori ed i pedofili non meritano una seconda occasione. #siallacastrazionechimica”.

 

Oggi è candidato nella lista 'Cantiere Puglia per Emiliano', una delle sei liste che sostengono Santa Scommegna, la dem che proprio oggi era affiancata da Enrico Letta in uno degli ultimi appuntamenti di questa volata elettorale. A Barletta il fronte progressista con Sinistra Italiana - che corre da sola con Carmine Doronzo puntando al ballotaggio - e M5s (Angela Carone, la candidata di bandiera), non è riuscito. Ognuno per conto proprio, e con qualche ragione. E allora Emiliano ha pensato bene di allargare il campo a modo proprio, come è successo a Nardò con Pippi Mellone lo scorso anno, in una rielaborazione molto particolare dell'antifascismo dem. O come è accaduto a Bitonto in provincia di Bari, dove le liste del presidente pugliese si ritrovano alleate di Fratelli d'Italia e Forza Italia. E forse sarà anche per questo che all'ex segretario della Lega di Barletta è stato perdonato il passato ambiguo.

 


Non si può essere buoni per qualunque valore, per qualunque principio etico. Per qualunque maggiornaza. Se allargamenti ci devono essere, vanno fatti sulla base di programmi, delle cose concrete”, diceva ieri sera il governatore Emiliano proprio a Barletta, nel corso di una pseudo intervista concessa a un'associazione locale. Si riferiva al principale avversario della candidata di centrosinistra: il socialista Mino Cannito, sindaco uscente la cui amministrazione – ai tempi si trattò, almeno ufficialmente, di un candidatura civica. La realtà fu un po' diversa - è caduta prima della scadenza naturale, a cause delle beghe interne alla sua maggioranza. Oggi il socialista è sostenuto dal centrodestra. Emiliano ne sottolineava le contraddizioni, di certo evidenti. Le stesse che farebbe bene a verificare in casa propria.