(Foto di Ansa) 

Editoriali

A riveder le Grotte: la sconfitta elettorale del M5s è nei piccoli particolari

Redazione

Viaggio nella cittadina in provincia di Bari che è diventata il simbolo della disfatta del Movimento 5 stelle. Dal boom delle scorse politiche allo zerovirgola delle ultime amministrative 

È dai piccoli particolari che si vede una sconfitta elettorale. Per analizzare quella del M5s bisogna andare a Castellana Grotte, 20 mila abitanti in provincia di Bari. Qui alle scorse politiche il M5s aveva trionfato. Era stata eletta senatrice con un plebiscito all’uninominale Patty L’Abbate, una militante ecologista che avanzava proposte singolari per la mobilità come il “caccabus”, un autobus alimentato da escrementi canini: prese il 40 per cento dei voti doppiando il centrodestra e il centrosinistra. Ebbene, per le elezioni comunali il M5s si è presentato con una lista più ampia del proprio partito, in alleanza con il mondo ambientalista, chiamata Movimento Ecologia Integrale, il cui capolista era il marito della senatrice Patty L’Abbate.

 

La campagna elettorale è stata molto intensa e ha visto la partecipazione dei vertici locali e nazionali del partito: c’è stata ovviamente la senatrice-moglie eletta nel collegio, sindaci grillini di comuni vicini, ma anche altri deputati e senatori, il referente regionale in pectore onorevole Leonardo Donno, il vicepresidente nazionale del M5s Riccardo Ricciardi. E poi esponenti di governo: endorsement della sottosegretaria alla Transizione ecologica Ilaria Fontana e foto con il ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli. Dulcis in fundo, il video appello del leader Giuseppe Conte: “E’ un’iniziativa di sostegno per il Movimento Ecologia Integrale e al candidato sindaco, ci sono alcuni del M5s in lista, li appoggiamo perché Castellana vale!”. Vota e fai votare. Il risultato di cotanta mobilitazione è stato un pochino al di sotto delle aspettative.

   

La candidata sindaca è arrivata quarta su cinque, e delle quattro liste che l’appoggiavano quella contiana è arrivata quarta. O meglio, ultima tra tutte le 18 liste che si sono presentate alle elezioni: 0,59 per cento, 66 voti, di cui solo una frazione è riconducibile al M5s. Si diceva che il problema più grande del Movimento fosse l’assenza di una classe dirigente, evidentemente perché non si sapeva quanto problematica fosse la sua presenza.

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