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Conte dopo l'incontro con Draghi: "Noi responsabili, ma ci vuole discontinuità"

Redazione

Nel Consiglio nazionale convocato questa mattina maggioritaria la posizione di chi chiede di non strappare dal governo. Il capo del M5s: "Espresso al premier un forte disagio politico". Si allontana la crisi di governo

"Continueremo a essere leali e responsabili, ma da parte del governo ci vuole un forte segnale di discontinuità. Ci aspettiamo risposte entro luglio". E' con queste parole che Giuseppe Conte, intorno all'una e mezzo di oggi, ha allontanato lo spettro di una crisi. Commentando così l'incontro con il premier Mario Draghi a Palazzo Chigi. Un vertice inizialmente in programma lunedì, e che anche oggi aveva subito vari spostamenti di orario. Alla fine, il presidente del M5s è arrivato all'appuntamento con un mandato dei suoi. Che gli chiedevano in larga parte di non strappare, di rimanere all'interno della maggioranza di governo. Almeno questo è quanto era emerso dal Consiglio nazionale del Movimento cinque stelle che Conte aveva convocato al precipuo scopo di chiarire alcuni punti. 

 

 

Sul dl Aiuti, come abbiamo raccontato, i grillini si sono incartati. E su Superbonus, termovalorizzatore di Roma e Reddito di cittadinanza l'obiettivo era ottenere delle rassicurazioni da parte dell'esecutivo. Nel M5s però si sono convinti che non sia il caso di staccare la spina, magari raggiungendo un mutuo accordo: non mettere la questione di fiducia sul testo in votazione in questi giorni alla Camera. "Durante il Consiglio nazionale è emerso il disagio politico dell'intera comunità del MoVimento. La permanenza al Governo del M5S dipende dalle risposte concrete, nei fatti, che verranno date ai vari punti delle nostre richieste", hanno fatto sapere fonti pentastellate interpellate dalle agenzie. Questo insomma era il mood con cui Conte si è approcciato a Draghi. 

Il capo del Movimento cinque stelle ha chiarito, al termine del faccia a faccia, di aver consegnato al premier un documento per punti in cui si esprime "un forte disagio politico da parte della nostra comunità". Più nel dettaglio, Conte ha chiesto che "non si metta in discussione il Reddito di cittadinanza, e che non si blocchi il funzionamento del Superbonus". Mentre sono arrivate dichiarazioni più esplicite a proposito della rottura con Di Maio, che ha poi prodotto una scissione dal Movimento. ''Ho rappresentato al presidente Draghi lo sconcerto della nostra comunità quando, a fronte di un ministro degli Esteri che più volte è andato in tutti i tg a dichiarare che, in un momento così delicato, il M5S stava attentando alla sicurezza nazionale, non ha trovato occasione e tempo per intervenire e richiamare il suo ministro che, palesemente, esercitava in modo strumentale i suoi doveri di ufficio, gettando evidente discreduto, immotivatamente, sul M5S'', ha spiegato Conte.

Da Palazzo Chigi si sono presi del tempo per valutare le proposte nel concreto. Ma la crisi, così come le reiterate promesse di rivoluzione in salsa grillina, sembrano sgombrate dal tavolo.

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