l'affondo
Di Maio avverte Conte: "M5s crea instabilità. Giovedì è già una verifica di maggioranza"
Il ministro degli Esteri: "Non è possibile che una forza dica 'forse giovedì mi astengo'. Ci dicano se sono dentro o fuori. Abbiamo bisogno di stabilità"
"Non è possibile che una forza politica dica 'forse giovedì mi astengo'. Ci dicano se sono dentro o fuori dal governo". E' un Luigi Di Maio molto schietto quello che coglie l'occasione di una visita a Pescara per mandare un avvertimento a Giuseppe Conte e ai suoi ex compagni di partito. Che ieri non hanno partecipato al voto sul Dl Aiuti alla Camera. E ancora non hanno deciso sul da farsi al Senato, giovedì. "Abbiamo bisogno di stabilità e invece ci troviamo nell'ennesima fibrillazione di governo, nell'ennesima crisi, dove c'è una forza politica, il Movimento 5 stelle, che sta generando instabilità, e che sta mettendo a repentaglio gli obiettivi che dobbiamo raggiungere per il paese", spiega allora il titolare della Farnesina. Secondo cui, in aggiunta, "far cadere il governo in questo momento significa mancare la battaglia del tetto massimo al prezzo del gas, significa sostanzialmente mandare in esercizio provvisorio il paese, bloccarlo, perdere i soldi del Pnrr".
Ecco perché allora d'obbligo dovrebbe essere un chiarimento finale, definitivo, senza nascondersi dietro ai tatticismi esasperati di un Movimento in piena crisi d'identità. "Giovedì al Senato" - avverte Di Maio - "c'è una verifica della maggioranza. E verifica deve essere perché noi dobbiamo metterci a lavorare, sui tavoli internazionali abbiamo bisogno della massima compattezza della maggioranza". In pratica quanto aveva chiesto ieri Silvio Berlusconi. Poi un affondo personale nei confronti del nuovo corso del M5s, perché il ministro si spinge a dire: "Sono contento che all'interno del Movimento ci sono tanti parlamentari che non condividono la linea di far cadere il governo e mandare il paese in esercizio provvisorio". Un modo per esautorare ancor di più la leadership di Conte.