(foto Ansa)

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Sondaggi: lo strappo di Calenda porta vantaggio al centrodestra. Azione al 2 per cento

Redazione

Secondo Swg non ci sono grossi cambiamenti nelle intenzioni di voto degli italiani, resta il testa a testa tra Partito democratico e Fratelli d'Italia. Meloni la leader più apprezzata

Una corsa sui punti decimali per stabilire chi sarà il partito più votato alle elezioni del prossimo 25 settembre. E' quello che secondo i sondaggi sta avvenendo, oramai da diverse settimane, tra Fratelli d'Italia e il Pd, confermato anche dalla rilevazione di Swg per il Tg La7 diffusa lunedì 8 agosto. Stando alle intenzioni di voto degli italiani, la Meloni sarebbe al 23,8 per cento (in calo dello 0,4 per cento in una settimana) mentre Letta seguirebbe a breve distanza, fermo al 23,3 per cento (anche qui il calo è di 0,4 punti). 

In terza posizione la Lega di Matteo Salvini, in crescita di mezzo punto rispetto a sette giorni fa (si ferma al 12,5 per cento, circa la metà dei consensi della Meloni). Mentre il M5s è al 10,4 per cento (con un crescita anche per i grillini di mezzo punto). Stessi trend di crescita per Forza Italia, che arriva all'8 per cento. Le stime calcolano Azione-+Europa al 6,5 per cento, ma è chiaro che il dato dovrà essere rivisto dopo la rottura del patto con il Pd da parte di Carlo Calenda. Quorum-YouTrend in mattinata ha pubblicato un sondaggio in cui si prova a stimare il peso di Azione dopo la fine dell'accordo con i dem: in questo momento avrebbe il due per cento dei voti.

A ogni modo togliendo la percentuale di Azione dalla coalizione di centrosinistra (Verdi-Sinistra italiana sono accreditati del 3,7 per cento dei consensi) aumenta il vantaggio del centrodestra: tra Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia e i centristi l'alleanza arriva al 45,3 per cento. Dall'altra parte si resta sotto il 30 per cento).

Tra i leader la più apprezzata è Giorgia Meloni (il 32 per cento esprime un'opinione favorevole). Poi Giuseppe Conte (25 per cento), Enrico Letta (23 per cento), Matteo Salvini (23 per cento), Carlo Calenda (20 per cento) e Silvio Berlusconi (19 per cento).

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