editoriali
La corsa del Pd all'opposizione convince poco
L'agenda dem sembra unicamente contro gli avversari. Il quid che manca alla campagna elettorale di Letta & co.
C’è qualcosa di poco convincente nella campagna che sta conducendo Enrico Letta: sembra una battaglia di opposizione a un centrodestra già dato per vincente. Naturalmente è giusto attaccare gli avversari, ma il modo in cui lo fa la propaganda del Pd, che sembra addirittura ossessionata da un (peraltro assai esagerato) pericolo nero, finisce per mettere in ombra la parte positiva del messaggio rivolto agli elettori.
Qualcuno a livello di massa, al di fuori del circuito abbastanza ristretto di chi ha un’attenzione approfondita alle tematiche politiche, ha capito con che obiettivi, con quali alleanze, insomma con quale strategia il Pd si propone di governare? E’ proprio questo squilibrio tra lo spazio e il tempo dedicati alla denuncia rispetto a quelli impiegati per illustrare le proposte che fa apparire subalterna la campagna del Pd. Le proposte del centrodestra saranno irrazionali, contraddittorie, irrealizzabili e pericolose, ma per convincere un elettore che le cose stanno così bisogna esporre con chiarezza le proposte alternative dimostrando che sono efficaci e che avrebbero un consenso anche da altre formazioni politiche, il che è indispensabile per attuarle.
Scimmiottare la campagna elettorale del ’48 contrapponendo il rosso (peraltro assai sbiadito in un partito con militanza post comunista e dirigenza post democristiana) a un nero assoluto, in realtà altrettanto flebile, invece di accendere gli animi, sembra a volte una stanca riedizione delle manifestazioni dell’Anpi. Il difetto, insomma, è di non puntare di più sulle proprie ragioni, che scompaiono quasi nella foga della polemica nei confronti degli avversari. C’è ancora tempo per correggere questa impostazione, seguendo anche le indicazioni che nemmeno troppo sommessamente vengono da chi nei territori è più a contatto con la popolazione, c’è da sperare che se ne faccia buon uso.