EDITORIALI
Il nordismo miope della Lega: Giorgetti e il caso Ita
Con l’opposizione urlata e non ragionevole alla cessione di Ita Airways la Lega sta perdendo un’occasione per dare un’impronta legata alle sue origini in questa campagna elettorale e per differenziarsi, in un modo non banale, dai rivali/alleati meloniani
Sorprende in modo speciale la posizione dura e un po’ raffazzonata del ministro Giancarlo Giorgetti, da cui ci si aspetterebbe pragmatismo e, nel caso specifico, un certo favore verso un accordo con cui si toglierebbe il carico fiscale del finanziamento delle perdite di Ita dalle spalle dei contribuenti. Retorica per retorica, di fronte alla romanissima difesa della presenza pubblica in Ita fatta da Giorgia Meloni, potevamo aspettarci un Matteo Salvini con toni nordici, fautore della vendita e dell’uscita di Pantalone dai finanziatori della compagnia. Con ogni probabilità la pensano così molti elettori leghisti ed è certamente a favore della vendita il mondo produttivo del nord-est a trazione leghista, non sentendo alcun afflato per il volo tricolore, di cui non sono utenti anche per ragioni geografiche legate all’attrattività di hub come Monaco, Francoforte e Zurigo.
Invece, da vari esponenti della Lega, dopo le prime frenate di Salvini e Giorgetti, arrivano solo ulteriori e rafforzati avvisi al governo perché non proceda e perché si tenga, da esecutivo con poteri limitati, lontano da certe partite. Non è chiaro quanto serva alla Lega, anche nella versione salviniana nata dal controllo ferreo sulle liste elettorali, fermare un’operazione come quella avviata dal Mef. Peccato, poteva essere una bella anteprima delle tensioni inevitabili tra il centralismo romano meloniano e il policentrismo leghista, e magari ci scappava anche qualche voto. Anche perché marcare a uomo sui programmi non è una grande idea per chi sembra condannato dai sondaggi a stare dieci e più punti sotto al rivale/alleato, mentre differenziarsi da FdI per la Lega potrebbe essere un modo anche astuto per ammortizzare la probabile distanza elettorale e dare un senso politico alla propria presenza nella vasta alleanza di centrodestra.