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editoriali

Il Travaglio della propaganda

Redazione

Per attaccare Draghi, il Fatto quotidiano dice cose al contempo false e contraddittorie

Marco Travaglio ha poche idee, ma molto confuse. Le idee, in realtà, sono un’ossessione: Mario Draghi. Nella sua visione, Draghi è un incompetente che oltre a non aver fatto nulla di buono è autore di diverse nefandezze: la più grave, da cui poi discendono tutte le altre, è aver preso il posto di Giuseppe Conte. L’elaborazione di questa idea, però, è molto confusionaria. Pochi giorni fa, ad esempio, il Fatto commentava la sorprendente crescita dell’economia italiana, superiore agli altri grandi paesi Ue, dicendo che “Draghi si fa bello, ma è l’effetto Superbonus”. Ovvero: è merito di Conte. Ieri, invece, in un articolo sull’effetto delle sanzioni alla Russia volute da Draghi ha scritto, usando i termini che mastica di solito, “l’Italia è molto più nella merda della Russia”. Pur di andare contro Draghi, Travaglio riesce a entrare in contraddizione totale nel giro di pochi giorni: l’Italia cresce tantissimo, ça va sans dire per merito di Conte, eppure  l’Italia è in condizioni economiche pessime e ben peggiori della Russia.

 

Ma questo è uno di quei casi più unici che rari in cui le due affermazioni, oltre a essere in contraddizione, sono anche entrambe false. Abbiamo già mostrato nei giorni scorsi, dati Istat alla mano, come il Superbonus non sia affatto il motore della crescita economica italiana. Sull’impatto delle sanzioni è, invece utile, usare le previsioni del Fmi. Prima della guerra in Ucraina il Fondo prevedeva per l’Italia nel 2022 un pil a  +4,2 per cento, ora stima un +3 per cento (ma la crescita acquisita è già a +3,5 per cento). Nel caso della  Russia le stime pre guerra per il 2022 erano di una crescita del +2,9 per cento, ora sono di una recessione del -6 per cento. Per il 2023: Italia +0,7 per cento, Russia  -3,5 per cento. I dati del Fmi, tra l’altro, sono in linea con le previsioni della Banca centrale russa. E’ vero che Travaglio si fida delle analisi del suo inviato in Russia Alessandro Di Battista, ma forse sui dati economici dovrebbe tenere in maggiore considerazione se non Draghi il Fmi. O quantomeno la Banca centrale russa.