il provvedimento
Via libera al decreto Aiuti bis grazie all'accordo sul Superbonus
Il secondo decreto per contrastare il caro energia è finalmente passato al Senato, dove è stato bloccato per più di un mese per un emendamento sul Superbonus. Liberati così i 17 miliardi di aiuti
La commissione Bilancio e Finanze del Senato ha raggiunto l'accordo che sblocca il decreto Aiuti bis, rimasto finora bloccato a Palazzo Madama per via di un emendamento specifico sul Superbonus edilizio, su cui si era impuntato il Movimento 5 Stelle. La discussione si era arenata sulla “responsabilita solidale dei cessionari” dei crediti d'imposta: le aziende che ristrutturano gli edifici infatti possono cedere a banche o ad altre società finanziare il credito originato dall'intervento. Nel tentativo di evitare le frodi intorno al superbonus, generate da una scrittura poco precisa della norma, i precedenti interventi del governo avevano portato ad un'involontario blocco nella cessione dei crediti.
La riformulazione dell'emendamento è un compromesso tra la posizione del M5s, che avrebbe voluto meccanismi più semplici per gestire la cessione dei crediti, e le esigenze del governo di stringere sulle possibili frodi. Resta dunque la "responsabilità solidale" nei casi di dolo o colpa grave per chi cede i crediti, mentre si cancellano tutte le altre fattispecie.
Ora che l'intesa è stata trovata, il decreto Aiuti bis può completare il suo iter parlamentare ed essere convertito. In ballo ci sono aiuti per 17 miliardi, finalizzati ad alleviare le difficoltà economiche della popolazione per via degli aumenti dei prezzi dei beni energetici.
17 miliardi per famiglie e imprese
Questo è l'ammontare di risorse finanziare che il decreto Aiuti bis mette a disposizione di famiglie e imprese. La misura era stata licenziata dal Consiglio dei ministri il 4 agosto e dopo nemmeno due mesi è allo studio un terzo provvedimento che dovrebbe contare su circa 13 miliardi di euro.
Risposta al caro energia
Alcune delle misure approvate per combattere l'aumento delle bollette prevedono l'estensione per il trimestre ottobre-dicembre 2022 del bonus sociale elettrico e gas (il cui importo dovrà essere rivalutato da Arera) che comprenderà le famiglie con Isee fino a 12 mila euro; l'introduzione del concetto di cliente vulnerabile anche nel settore del gas naturale (è già presente nel settore elettrico), a cui devono essere offerte condizioni agevolate; l'impossibilità di modificare unilateralmente – anche in presenza di clausole precedentemente concordate - i contratti di fornitura di gas e luce da parte delle imprese fino al 30 aprile; l'azzeramento degli oneri generali di sistema nel settore elettrico per il quarto trimestre 2022; la riduzione dell'Iva al 5 per cento del gas per il quarto trimestre 2022.
Sono anche previsti crediti di imposta, pari al 25 per cento, a favore delle imprese per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale e l'estensione dei fringe benefit dei dipendenti.
Extraprofitti
Le aziende che non hanno pagato l'imposta del 25 per cento “sugli extraprofitti” perdono ora il dimezzamento della sanzione prevista per i versamenti effettuati con ritardo non superiore a 90 giorni e la possibilità di avvalersi del ravvedimento operoso dopo il 31 agosto 2022. Confermato anche il raddoppio della sanzione ordinaria, che così passa dal 30 al 60 per cento, per il pagamento effettuato oltre i 90 giorni dalla data di scadenza dell'acconto o del saldo.
Decontribuzione
Il decreto interviene anche sui contributi previdenziali a carico del lavoratore. Il dl aumenta al 2 per cento l'esonero contributivo che la legge di bilancio aveva precedentemente fissato allo 0,8 per cento. Diventa ora attiva l'estensione ai lavoratori autonomi e professionisti del bonus 200 euro per contrastare l'inflazione.
Bonus Psicologo e trasporti
È stato aumentato fino a 25 milioni di euro il fondo per il bonus psicologo e più che raddoppiato (fino a 180 milioni di euro) il fondo per sostenere gli acquisti degli abbonamenti per i mezzi pubblici: il bonus può raggiungere i 60 euro e coinvolge le persone che hanno un reddito fino a 35 mila euro.