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editoriali

Il Travaglio della controffensiva

Redazione

Nessuna ritirata della Russia, dice il Fatto. Ma non ci crede neppure Putin

Marco Travaglio smorza l’entusiasmo di chi, in Italia e in occidente, si esalta per il successo della controffensiva ucraina. “Nei primi sei mesi e mezzo di guerra le truppe di Putin hanno occupato un quarto dell’Ucraina: un territorio vasto quanto metà dell’Italia”, scrive.

 

Mentre le truppe di Zelensky “per riconquistarne un fazzoletto hanno impiegato oltre mezzo anno”. Ancora una volta, il direttore del Fatto quotidiano  non ha rispetto dei fatti. Innanzitutto quello riconquistato dall’Ucraina non è  “un fazzoletto”, ma sono oltre 6 mila chilometri quadrati, un territorio superiore alla superficie della Liguria. E la riconquista non è avvenuta in “oltre mezzo anno”, ma in 5 giorni.  Se invece si guarda agli ultimi sei mesi, cioè dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina, le truppe di Zelensky sono riuscite a  riconquistare parecchi “fazzoletti”: tutte le province di Kyiv, Sumy, Cernihiv e ora Kharkiv (mentre si punta su Kherson). Si tratta, in pratica, della liberazione della metà del territorio occupato  dal 24 febbraio.

Ma per Travaglio, che sulla guerra sin dall’inizio pensa di aver capito tutto prima di tutti, tanto che il giorno prima dell’invasione russa dell’Ucraina la definiva “l’ennesima fake news americana”, non è successo nulla di significativo. Tutto sta andando secondo i piani di Putin. Travaglio, d’altronde, riporta le analisi dell’ex generale Fabio Mini, che alla Festa del Fatto ha spiegato che non c’è stata alcuna controffensiva ucraina né una ritirata russa: semplicemente quello della Russia è stato “un alleggerimento della posizione” con un “movimento retrogrado”, come “i russi hanno sempre fatto” finora. Dell’“alleggerimento con movimento retrogrado” non deve essere molto soddisfatto Vladimir Putin che, secondo fonti di intelligence, ha sollevato dall’incarico il generale Roman Berdnikov, capo delle operazioni nella regione di Kharkiv, proprio per l’incapacità di fermare la controffensiva ucraina. Travaglio invece continua a fidarsi del suo generale in pensione.

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