la strategia
Il sorpasso pacifista di Letta su Conte: "Noi in piazza per difendere l'Ucraina"
Il segretario dem annuncia la mobilitazione sotto all'ambasciata russa. Un modo per continuare a difendere le ragioni di Kyiv e respingere la concorrenza grillina. Picierno: "Le manifestazioni hanno senso solo se distinguono tra agressori e aggrediti"
Una volta arrivate le necessarie rassicurazioni, Enrico Letta ha capito che non aveva più senso starsene in disparte. Che se c'è un punto su cui il Pd, perennemente attraversato da contraddizioni e scontri correntizi, ha manifestato una certa coerenza e omogeneità è proprio sul posizionamento da tenere a proposito della guerra in Ucraina: ferma condanna di Vladimir Putin, sostegno al governo di Kyiv impegnato in una resistenza che è anche difesa dei valori occidentali ed europei. Così nei ragionamenti del segretario ha fatto capolino l'idea che le piazze le si dovesse presidiare, per chiarire da che parte si sta. Ma anche per evitare che diventino un proscenio per quelle forze, come il Movimento cinque stelle di Giuseppe Conte, che sognano di sostituire i dem come forza di riferimento del progressismo italiano, a forza di infilarsi negli interstizi lasciati vuoti dalla sinistra.
Allora giovedì gli esponenti del Partito democratico si ritroveranno sotto all'ambasciata russa (al mattino saranno davanti alla sede diplomatica iraniana per esprimere solidarietà nei confronti delle rivolte femminili in atto nel paese) per una manifestazione organizzata, tra gli altri, da Marco Bentivogli, Luigi Manconi e Luca Diotallevi. Non la solita sfilata di slogan pacifisti che mettono nello stesso calderone aggressore e aggredito, come spesso è capitato di vedere negli scorsi mesi. Ma una scelta di campo chiara: un modo per chiedere la pace ma solo a condizione di stabilire una verità ufficiale. E cioè che questa è possibile solo se il regime russo si ritira dai confini ucraini stabiliti prima del 2014, quando è iniziata la guerra nel Donbas. "Parteciperò moralmente a tutte le manifestazioni che difendono le ragioni degli aggrediti a difesa degli innocenti, non a quelle che mostrano debolezza nei confronti degli aggressori e offrono alibi ai violenti. La guerra non è scoppiata a caso, per cause ignote. È stata voluta dal regime di Putin che deve fermarsi", ha argomentato a tal proposito la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno in un'intervista al Corriere del Mezzogiorno.
L'intenzione è quella di proseguire, aderire ad altre manifestazioni di piazza. Perché, come ha spiegato lo stesso segretario nel corso della direzione di settimana scorsa, anche all'opposizione la linea del Pd non cambia. Non si può certo chiedere agli ucraini di proseguire la controffensiva a mani nude. Ergo: nuovi pacchetti di aiuti militari dovranno continuare a essere garantiti qualora ce ne fosse bisogno, com'è stato con il quinto invio di armi appena disposto dal governo uscente.
L'osservato speciale, in questa fase, è ovviamente Giuseppe Conte. Che già un paio di settimane fa aveva inizio a parlare di una grossa mobilitazione pacifista nazionale "senza bandiere di partito", organizzata dalle Acli, magari in Piazza San Pietro. Proposta che aveva spaccato le anime del Pd, lacerate tra chi è preoccupato che questo avvicinamento al mondo cattolico dei Cinque stelle succhi nuove forze ai dem. E chi invece aveva già anticipato di voler aderire, come l'ex vicepresidente del Lazio Massimo Smeriglio. Fatto sta che è sull'aggiramento delle ricette semplicistiche, schiacciate su una lettura della realtà che condanna l'occidente, che Letta ha deciso di ricollocare il Pd nelle piazze. Per tentare un controsorpasso ai danni dei grillini. E per non dover smentire se stessi.