la lettera

L'ambasciata ucraina scrive a Conte: "Su Putin non sia ipocrita e vile. Non c'è pace senza giustizia"

Redazione

"Le manifestazioni esclusivamente all'insegna della 'pace' e con appelli impersonali a un cessate fuoco non riguardano la giustizia, ma sono una dimostrazione di viltà e ipocrisia", dice l'ambasciatore ucraino in Italia al capo del M5s. La risposta dell'ex premier: "Nessuna ambiguità nel condannare l'aggressione russa"

"Chiedere la pace è naturale e comprensibile. Tuttavia, tutti coloro che si stanno oggi dichiarando a gran voce a favore della pace, cosa intendono esattamente? Si pongono la domanda cosa preoccupa così tanto gli ucraini in questi appelli?  Su cosa sono disposti a chiudere gli occhi i sostenitori della pace veloce, fino a che punto sono disposti ad andare oltre i confini dell'etica per continuare a rimanere nella loro zona di comfort?". Sono le domande che l'amabasciata ucraina rivolge a Giuseppe Conte, con una lettera aperta firmata dall'ambasciatore Yaroslav Melnyke  pubblicata sui social, in vista della manifestazione per la pace a cui il leader grillino parteciperà il 5 novembre. Era stato lo stesso capo pentastellato a lanciare l'iniziativa con un video in cui tuttavia il nome di Vladimir Putin non veniva citato.

  

Si tratta di domande che dal punto di vista dell'Ucraina sono quasi retoriche: la lettera dei diplomatici evidenzia tutte le ambiguità di una forza politica che a parole si professa convinta sostenitrice di Kyiv, ma che nei fatti pare aver messo da parte le istanze ucraine, in nome di una pace che per molti ha il senso di una resa. "È molto triste vedere come alcuni politici occidentali 'regalano' territori ucraini e calpestano l'eroismo della resistenza ucraina per far piacere al tiranno nel Cremlino".
 

 

"La resa offertaci sotto le bandiere della pace arcobaleno non è affatto la via della pace", si legge ancora nella missiva che sottolinea come "La pace sostenibile e stabile semplicemente non può esistere senza giustizia". E la giustizia sta nella chiara distinzione tra aggredito e aggressore, in un negoziato che parta proprio da quest'assunto e riconosca le prerogative del popolo di Kyiv. Non c'è crisi energetica che tenga: "Gli europei si sentiranno più al caldo nelle loro case, sapendo che questo gas è stato pagato con il sangue ucraino?", domandano ancora i diplomatici, ricordando a Conte come il vero supporto, in questa fase, consista nel "fornire le armi e l'assistenza necessarie all'Ucraina e, infine, riconoscere la Russia come sponsor del terrorismo".

Al contrario, "le manifestazioni esclusivamente all'insegna della 'pace' e con appelli impersonali a un cessate fuoco non riguardano la giustizia, ma sono una dimostrazione di viltà e ipocrisia. La riluttanza a chiamare la Russia aggressore e a chiederle il ritiro delle sue truppe dal territorio dell'Ucraina non farà che stimolare l'appetito dello stato aggressore". 

Per tutte queste ragioni, conclude l'amabasciatore: "caro signor Presidente, Le chiedo di tenere conto degli argomenti di cui sopra durante la preparazione e lo svolgimento della manifestazione per la pace prevista per il 5 novembre a Roma".

La risposta di Giuseppe Conte

Gentile Ambasciatore, 

La ringrazio per aver dato atto al Movimento 5 Stelle delle chiare posizioni di sostegno e solidarietà all’Ucraina fin dai primi giorni dell’ingiustificabile e brutale invasione da parte della Russia. Concordo con Lei nel condannare le posizioni di chi mostra “riluttanza” a chiamare la Russia un “aggressore” e arriva a confonderla con l’“aggredito”. Proprio per questo la forza politica che rappresento ha da subito assunto una posizione netta, denunciando la condotta criminale di Putin e la violazione delle più elementari norme del diritto internazionale. Conseguentemente, abbiamo convintamente aderito alle sanzioni contro la Russia e alle politiche di sostegno all’Ucraina. 

In particolare, abbiamo ritenuto che la popolazione ucraina meritasse non solo pieno sostegno sul piano umanitario, ma anche un appoggio sul piano militare, al fine di poter esercitare il diritto alla legittima difesa di cui all’art. 51 della Carta delle Nazioni Unite, con l’obiettivo di controbilanciare l’asimmetria delle forze in campo. Dopo otto mesi di conflitto, tuttavia, riteniamo necessario che gli sforzi dell’Italia e dell’Unione Europea, insieme agli altri protagonisti della comunità internazionale, si concentrino adesso su un negoziato di pace, imprimendo una svolta che arresti  l’escalation militare e, attraverso un immediato cessate il fuoco, porti a una soluzione equilibrata, equa e sostenibile, in una prospettiva di pace e sicurezza.

Quanto alla manifestazione di pace programmata per il prossimo 5 novembre, a cui il Movimento 5 Stelle ha convintamente aderito, mi preme precisare che la “piattaforma programmatica” di tale iniziativa non lascia spazio a equivoci e ambiguità nella condanna dell’aggressore russo, nel rispetto della resistenza ucraina, nel sostegno e soccorso a favore del popolo ucraino.  Nel salutarla cordialmente, mi piace in questa sede ricordare le parole di Papa Francesco: “Tacciano le armi e si cerchino le condizioni per avviare negoziati capaci di condurre a soluzioni non imposte con la forza, ma concordate, giuste e stabili”. Si tratta della nostra stessa prospettiva, per cui ci impegneremo in tutte le sedi per allontanare lo spettro di un conflitto di proporzioni sempre più vaste, di portata sempre più incontrollabile.

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