l'appello
Moratti: "Fare sintesi tra riformismo e pragmatismo. In tanti dal Pd mi hanno chiamato"
L'ex vicepresidente della Lombardia, candidata del Terzo Polo, si rivolge anche ai dem per battere la destra: "È cambiato lo scenario. Serve un approccio laico. Io sono sempre stata un civico". Ma l'eurodeputato Pd Majorino: "Non ha nulla a che fare con noi. Solo una questione di potere"
La ricetta per conquistare la Lombardia e battere la destra è fatta di "riformismo e pragmatismo" all'interno di un'alleanza larga, in grado di comprendere le varie sensibilità politiche. All'indomani dell'annuncio della candidatura, Letizia Moratti torna a parlare, chiarisce il posizionamento e le prospettive della sua corsa. Sarà in campo, come è noto, con il Terzo polo di Carlo Calenda, ma "la mia candidatura nasce a partire dalla lista civica Lombardia Migliore e da molte realtà civiche che hanno scelto di far parte del progetto", spiega Moratti in un'intervista a Repubblica.
L'ex sindaca di Milano, che ha un curriculum tutto piantato nel centrodestra - è stata anche presidente Rai e ministro per l'Istruzione -, si rivolge anche al Pd. Lo dice chiaramente mentre prova a smarcarsi dalla battaglie politiche degli anni passati: " Voglio precisare che io sono sempre stata un civico. Quando ho accettato responsabilità politiche l'ho sempre fatto mettendomi al servizio delle istituzioni come manager e amministratrice". Adesso però è "cambiato lo scenario". E per questo occorre una nuova strategia, occorre un fronte più largo: il riferimento è il Cnl, sull'esempio del padre di Moratti, che fu partigiano. "Non c'è più il centrodestra, c'è una destra-destra al governo del Paese e questo obbliga tutti noi - me stessa in primis ma anche loro - a una 'revisione' del nostro posizionamento", aggiunge la candidata del Terzo Polo, che mette in fila - criticando e prendendo le distanze - tutte le principali scelte del governo in queti giorni: dalla scelta sui medici non vaccinati ("strizzare l'occhio ai no vax mi provoca dolore"), alla norma anti rave ( va nella direzione sbagliata). E ne ha anche per le devianze evocate da Meloni in campagna elettorale: "Quando c'è di mezzo la salute mentale non si può improvvisare così".
Tutte ragioni che l'hanno spinta a cambiare campo e a cercare oggi anche la sponda del Partito democratico: "Ci vuole un approccio nuovo, più laico, una sintesi innovativa tra riformismo e pragmatismo. Quale posto migliore dove sperimentarlo se non in Lombardia?", si chiede Moratti rivelando di aver ricevuto in queste ore molte chiamate da esponenti dem "e non parlo solo di quelli che immagina più facilmente...".
Si vedrà. Di certo a Moratti, non deve essere arrivata la chiamata dell'eurodeputato Pd Pierfrancesco Majorino, ex assessore ai Servizi sociali di Milano e volto importante della sinistra in Lombardia. "Lei si è convertita al Terzo Polo solo perché la destra non l’ha candidata, per una pura questione di potere", dice alla Stampa Majorino che proprio non crede al riposizionamento della ex numero due della Lombardia, rispedendo al mittente ogni appello: "Non ha nulla a che fare con noi". La strada secondo il parlamentare a Bruxelles, è una indicazione che deve arrivare a partire dalla coalizione che si è presentata alle politiche: "Ci siamo ripromessi di indicare un nome unitario entro due settimane oppure andare subito alle primarie persceglierlo". Con la speranza di aprire un confronto anche con i 5 stelle, e "se poi un giorno il Terzo Polo ci ri pensasse lasciando la Moratti", anche con Calenda e Renzi.