il ritorno del comico
Grillo pensa più al teatro che alla politica e annuncia il tour: "Io sono il peggiore"
Il fondatore del Movimento 5 stelle tornerà sul palcoscenico: "Lo spettacolo delle rivelazioni, dove tutti sono coinvolti e nessuno è escluso". Parlerà di religione e "silenziose guerre economiche", oltre al metaverso e al "lato oscuro dell'ambientalismo"
Riecco Beppe Grillo, ma questa volta non si tratta di politica o almeno non nell'accezione pentastellata degli ultimi anni. L'Elevato annuncia il ritorno a teatro con un post dal suo profilo Instagram: "Io sono il peggiore", è il titolo del tour che inizia il 15 febbraio 2023 ad Orvieto. Sarà "lo spettacolo delle rivelazioni, dove tutti sono coinvolti e nessuno è escluso", si legge nella nota diffusa dallo staff del fondatore del Movimento 5 stelle.
Una sorta di ritorno alle origini, alla stagione del teatro, della comicità e della denuncia, talvolta ai limiti del complottismo – in un certo senso l'humus da cui è nato il Movimento. Uno spartito che Grillo sembra aver rispolverato e aggiornato, aggiungendo a tematiche tipiche del suo repertorio nuove questioni, più attuali. "Dalla religione alle silenziose guerre economiche, passando per il metaverso, fino al lato oscuro dell'ambientalismo", si legge ancora nel post che incensa "il grande ritorno sulle scene del comico italiano più spiazzante, caustico e odiato di tutti i tempi". Con una chiosa ironica, che quasi pare una minaccia: "Come non lo avete mai visto."
Il tour passerà per le principali città italiane e al momento prevede sette tappe, ma è "in continuo aggiornamento". Si vedrà. Nel frattempo Grillo torna a battere un colpo, dopo che negli ultimi mesi la sua presenza nella vita politica del Movimento è andata scemando. Si era fatto vedere a Roma lo scorso 26 ottobre per incontrare i parlamentari neo eletti, ma si è trattato in quell'occasione di una visita dettata anche (e soprattutto) da motivi economici: doveva ridiscutere il contratto di consulenza che lo lega al partito, 300 mila euro al mese. Circa un mese prima aveva preferito invece disertare l'evento di chiusura della campagna elettorale in Piazza Santi a Apostoli. La sensazione, insomma, è che l'Elevato sia sempre meno interessato alla politica dei palazzi.