il fronte disunito
Terzo Polo, Pd e M5s in ordine sparso contro la manovra. La Cgil alla finestra
Calenda fa il costruttore e vedrà la premier, ma Renzi scommette sulla caduta del governo. Conte e il Pd scendono in piazza ma in date diverse. E la Cgil? "Non resta altra strada che mobilitarsi", dice Landini, senza spiegare cosa ha in mente
Ma quale inciucio? È opposizione costruttiva a una premier "matura", dice Carlo Calenda quando gli si chiede dell'incontro con Giorgia Meloni atteso nei prossimi giorni. Il Pd invece, contro una legge di Bilancio "improvvisata" – come ripete da almeno una settimana Enrico Letta –, per il momento vuole fare da solo e sarà in piazza il 17 dicembre con le proprie controproposte, anticipare ieri durante la direzione. Mentre Conte promette battaglie e annuncia un'altra mobilitazione per difendere il Reddito di cittadinanza, perché secondo il leader grillino questo governo punta "a mettere in ginocchio gli italiani". A completare il quadro c'è la Cgil di Maurizio Landini, che lamenta di non essere stato ascoltato dalla premier e che questa finanziaria è "contro i poveri". Ma non è ancora chiaro se pure il sindacato sarà in piazza, e soprattutto con chi.
Sono le reazioni, sparse e divergenti di chi di mestiere dovrebbe fare l'opposizione ma nei fatti lo è un po' di meno, tanto che viene il sospetto che in fondo, al momento, ognuno preferisca pensare a se stesso più che a trovare un metodo comune contro il governo. Tra attacchi, frecciate e patenti di purezza. Sospetti che nel caso del Terzo Polo si spingono ancora oltre: Calenda andrà in soccorso di Meloni in caso di bisogno, farà la stampella? "No, noi restiamo all'opposizione che però non sarà mai pregiudiziale. Se il governo dovesse sfaldarsi sarebbero problemi per l'Italia e io non me lo auguro". dice il leader del Terzo Polo a Repubblica (mentre l'intervista a Renzi sulle colonne della Stampa titola: "Farò cadere il governo tra un anno"). L'ex ministro dello Sviluppo economico consiglierà al governo di "non tagliare sulla Sanità", di "accettare il Mes" e di "ribaltare il modo di gestire l'energia, fissare subito un tetto nazionale al prezzo dell'elettricità e del gas". Azione e Italia viva, continua Calenda, "si sono assunti l'onere di fare una proposta di bilancio strutturata, che poi abbiamo offerto sia alle opposizioni, sia alla maggioranza. Il Pd non ha mai risposto, mentre Meloni, dicendo che mi vuole incontrare, ha fatto un gesto importante".
L'opposizione del Pd è invece contestare a Meloni di essere stata troppo timida, di aver fatto troppo poco di fronte alle emergenze del paese. Per questo saranno in piazza. Lo spiega Graziano Del Rio in un'intervista al Corriere: "Manovra assolutamente insufficiente e soprattutto ingiusta. Si strizza l’occhio agli evasori fiscali e nello stesso tempo non si riesce a ridurre in maniera sostanziale le tasse sul lavoro". E ancora: "Perde di vista il popolo". Parole che ricalcano per molti aspetti la posizione di Giuseppe Conte, la cui mobilitazione dovrebbe essere il 10 dicembre, una settimana prima di quella dem che però l'avevano annunciata per primi. "Non ho paura della piazza di Conte, non è una gara a chi fa la piazza più bella, è una gara a difendere i ceti più deboli". E allora non sarebbe meglio farla insieme questa gara? "Noi facciamo la nostra parte e non critichiamo gli altri quando fanno la loro", è la risposta di Del Rio nonostante le aperture, seppur molto timide, arrivate dai pentastellati.
Ai dem toccherà comunque trovare delle sponde, altrimenti il rischio è quello di una iniziativa poco efficace. La sponda più vicina, la Cgil, pare stavolta più cauta di quanto non fosse nei confronti del governo Draghi. E infatti il sindacato nel frattempo si interroga: su cosa concentrare la protesta, visto che sui due temi chiave, taglio del cuneo fiscale e pensioni, il governo Meloni ha fatto quello che il sindacato chiedeva? Un bel dilemma.
Intervistato dalla Stampa, Maurizio Landini lamenta che la Cgil "non è stata ascoltata" e che "ora non resta altra strada che mobilitarsi". Se da soli, con gli altri sindacati, con Pd o M5s ancora non si sa. "Nei prossimi giorni proporremo queste valutazioni a Cisl e Uil", spiega ancora il segretario, che tiene aperte tutte le porte: "Considereremo tutte le iniziative necessarie a sostegno delle nostre richieste per apportare i cambiamenti necessari". Quali saranno queste inziative per il momento non è dato sapere, si vedrà. Intanto al governo si mettono comodi, perché in fondo la miglior garanzia per la vita della maggioranza è proprio l'opposizione, che si oppone a se stessa.