editoriali
Meloni cita di nuovo Frontex contro le ong. Ma la magistratura ne è al corrente?
Indifferente alle critiche già sollevate nei giorni scorsi nei confronti del suo ministro Piantedosi sul capitolo immigrazione, la premier parla di “naturale convergenza” fra le ong e “gli interessi degli scafisti” e verrebbe da chiedersi come mai questa “convergenza” non sia mai stata conclamata anche per via giudiziaria. I numeri del Viminale raccontano tutt'altra storia
La fabbrica del consenso richiede una buona dose di perseveranza e Giorgia Meloni dimostra di averne eccome. Indifferente alle critiche già sollevate nei giorni scorsi nei confronti del suo ministro Piantedosi sul capitolo immigrazione, la premier decide ora di insistere sulla stessa linea con un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. Lo fa con accuse ancora più forti rispetto a quelle avanzate dal suo ministro dell’Interno nei confronti delle navi umanitarie. Così Meloni parla di “naturale convergenza” fra le ong e “gli interessi degli scafisti” e verrebbe da chiedersi come mai questa “convergenza” non sia mai stata conclamata anche per via giudiziaria.
L’accusa lanciata dalla premier è grave ed esplicita e, in quanto tale, dovrebbe essere circostanziata, magari svelando al paese, prove alla mano, quale potere forte (Soros?) sia riuscito a fare archiviare ogni singolo processo avviato contro le ong in tutti questi anni. Sarebbe opportuno che Meloni sveli ciò che evidentemente sa ma che i magistrati ignorano, perché altrimenti, fino a prova contraria verrebbe da dire in uno stato di diritto, sarebbero le parole della premier a essere prive di fondamento. Poi Meloni cita Frontex: “Non sono io – mette le mani avanti – ma l’agenzia europea a dire che alcune ong rappresentano un fattore di spinta dei flussi di migranti illegali”. Perché questo report di Frontex non viene reso pubblico? Se davvero l’agenzia è arrivata a formulare accuse tanto gravi, perché non ne è stata informata la magistratura?
E poi c’è il capitolo dei numeri degli sbarchi forniti niente di meno che dallo stesso ministero dell’Interno e che raccontano tutta un’altra storia. E cioè che le ong hanno salvato appena il 14 per cento dei migranti quest’anno e che il restante 86 per cento è arrivato sulle nostre coste in autonomia o salvato dalla Guardia costiera italiana. A giudicare dai numeri del Viminale – non delle ong – la storia del “fattore di spinta” sembra inesistente. Chi dice il vero, allora, fra il report fantasma di Frontex e il governo italiano? Perché l’uno sembra smentire l’altro. Ed è su questo che Meloni è chiamata a dare risposte.