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Editoriali

Lega e Fratelli d'Italia sconfessano già Giorgetti

Redazione

Mes, Superbonus, pensioni: la prudenza del Mef travolta dalla propaganda. A cominciare dall'allarme del ministro sull'abuso dei crediti d'imposta, sconfessato dagli emendamenti della sua stessa maggioranza 

Per scongiurare sabotaggi interni da parte di Lega e FI, Giorgia Meloni dice che siccome in Cdm siedono Matteo Salvini e Antonio Tajani, “stravolgere la manovra significherebbe delegittimarli”. Di certo, però, da quando la manovra è stata presentata, un ministro delegittimato, o quantomeno sconfessato, dalle scelte della maggioranza di centrodestra, c’è già. Ed è Giancarlo Giorgetti.

 

E forse sì, la pretesa della ministra del Lavoro Marina Calderone di modificare subito la norma su Opzione donna, ampliando maglie che il Mef voleva strette, con conseguente maggiore esborso, rientra nella solita dinamica per cui il responsabile di Via XX Settembre è costretto a scontrarsi con le istanze dei colleghi. Ma lo stesso non può dirsi, invece, sul Superbonus. Qui il sacrosanto allarme lanciato da Giorgetti sull’abuso dei crediti d’imposta è stato non solo ignorato, ma addirittura contraddetto dagli emendamenti presentati dalla stessa sua maggioranza al nuovo dl Sostegni, che prevede di scontare negli F24 i crediti maturati.

 

“Quei crediti non sono moneta, questa cosa non dobbiamo proprio dirla noi”, aveva ammonito Giorgetti. E ancora: “Quei crediti sono minori entrate nelle casse dello stato”. Ed ecco che invece Claudio Borghi, leghista come Giorgetti, giorni fa in Senato spiegava che “se noi siamo l’unico paese al mondo che annega nei crediti d’imposta, è perché c’erano delle regole, a livello europeo, che limitavano in modo non logico il ricorso al deficit. Il fatto che non si potesse fare più del famoso 3 per cento comportava che bisognava trovare degli escamotage, e il credito d’imposta era uno di questi”.

 

In perfetta sintonia col ministro, dunque: solo rivendicando quel che lui biasimava. E del resto anche sul Mes Giorgetti vede la sua cautela capitolare sotto la recrudescenza della propaganda sovranista di Lega e FdI. “Sono in linea col mio predecessore”, aveva detto Giorgetti. Ma gli interventi in Aula degli esponenti della destra sovranista, in questi giorni, più che all’accortezza di Daniele Franco sembravano richiamarsi alle tesi antieuro di Paolo Savona.