editoriali
Il deficit di credibilità del Pd sulla manovra
Il responsabile Economia del Pd Misiani continua a promuovere la "contromanovra" dem, ma senza indicare le coperture necessarie a sostenere gli aumenti di spesa. A parte il solito mantra demagogico della lotta all'evasione fiscale
Due giorni fa abbiamo scritto che il Pd sta facendo una critica demagogica alla legge di Bilancio di Giorgia Meloni, dato che la “contromanovra” dem consiste in un lunghissimo elenco della spesa senza coperture che farebbe esplodere il deficit. Insomma, se in campagna elettorale si accusava Meloni che avrebbe sfasciato i conti, ora le si contesta di non averlo fatto. Ieri ha risposto indirettamente, attraverso un’intervista al Corriere della sera, il responsabile Economia del Pd Antonio Misiani dicendo che la loro proposta è “a parità di saldi”. Quindi non un decimale di deficit in più del 4,5 per cento fissato da Giancarlo Giorgetti e Meloni.
Resta però il fatto che la “contromanovra” del Pd prevede un forte incremento degli stanziamenti per mitigare il caro energia, un potenziamento del taglio del cuneo fiscale, l’aumento dell’Assegno unico per i figli, un sostenuto incremento della spesa pensionistica (aumento della quattordicesima, completa rivalutazione delle pensioni più elevate, proroga degli anticipi pensionistici, etc.). Per giunta il Pd propone di alzare i finanziamentie per scuola, sanità, trasporto pubblico, imprese, Mezzogiorno e investimenti in generale. Allo stesso tempo, il Pd si oppone a tagli di spesa che riguardano il Reddito di cittadinanza, le pensioni più alte e la riduzione dellos conto sulle accise sui carburanti.
Scrivevamo che le uniche coperture indicate dal Pd per queste decine di miliardi di spesa sono la soppressione della flat tax sugli autonomi, pari ad appena 300 milioni, e un aumento mai quantificato della tassa sugli extraprofitti (già aumentata da Meloni). Se la contromanovra del Pd è “a parità di saldi”, Misiani avrebbe dovuto indicare al Corriere quali sono queste coperture. Nessuna. A parte il solito mantra demagogico “Fare seriamente la lotta all’evasione fiscale” che come Misiani ben sa, essendo stato un ottimo viceministro dell’Economia, è una voce che la ragioneria dello stato e le regole di contabilità non possono considerare una copertura.