A Roma
Meloni incontra Von der Leyen: la trattativa su migranti, imprese e Pnrr
Il colloquio tra le due leader e il ministro degli Affari Ue a pranzo. Sul tavolo il decreto ong di Piantedosi, la risposta all'Ira di Biden e la revisione del Piano di ripresa e resilienza
Oggi all'ora di pranzo la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, si sono incontrate per la seconda volta. L'occasione è la presentazione del libro "La saggezza e l'audacia" che raccoglie i discorsi dell'ex presidente del Parlamento Ue, David Sassoli. La prima è stata il 3 novembre scorso, quando la premier è andata in visita a Bruxelles, durante il vertice con le istituzioni europee. Allora, ne emerse un primo confronto sulla gestione dell'accoglienza dei migranti, che anche oggi, a pochi giorni dall'introduzione del nuovo codice di condotta del Viminale sulle ong, sarà il tema principale posto sul tavolo per il colloquio tra le due leader. Oltre alla questione migratoria, nel corso dell'incontro - a cui parteciperà anche il ministro per gli Affari Ue, Raffaele Fitto - si è parlato dell'importanza di un'agenda europea per il sostegno alle imprese e del Pnrr.
Palazzo Chigi ha diramato una nota in merito al colloquio: "L’incontro odierno, svoltosi con la partecipazione del ministro Raffaele Fitto, ha rappresentato un’ottima occasione per uno scambio di vedute in preparazione del Consiglio europeo straordinario del 9-10 febbraio dedicato in particolare all’economia e alla migrazione. In tema di ripresa economica, è stato inoltre riaffermato l’impegno del governo italiano sul Pnrr. Nel corso dell'incontro è stata anche condivisa la condanna per gli atti violenti in Brasile e la solidarietà alle istituzioni democratiche del paese. È stata inoltre espressa soddisfazione per la firma, prevista domani a Bruxelles, della dichiarazione congiunta Ue-Nato".
Questi i temi all'ordine del giorno:
Migranti
"Salvare vite in mare è un dovere morale tanto quanto l'obbligo per gli stati membri di rispettare il diritto internazionale", aveva detto la portavoce della Commissione Ue, Anita Hipper, l'ultima volta. E proprio sullo scontro tra diritto nazionale e internazionale che si giocano gli interessi, italiani, da una parte, ed europei dall'altra.
Così Giorgia Meloni, sulla scia dell'ultimo decreto voluto dal ministro dell'Interno Matteo Piantedosi per regolare - e limitare - l'attività delle navi umanitarie, imposta la sua politica migratoria: proprio quel codice di condotta sembra essere il modello che Roma vuole proorre in sede comunitaria per il Piano d'azione europeo della Commissione sui migranti. Il principio fondante lo hanno ripetuto più volte sia il ministro dell'Interno, sia la premier: il comportamento delle ong deve attenersi alle leggi nazionali e non appellarsi ai trattati internazionali.
Una linea questa che non è comune ai vertici delle istituzioni europee, né tantomeno a paesi come Germania e Francia, con la quale, proprio sui migranti, è avvenuto un incidente diplomatico, che ha portato a un raffreddameto dei rapporti tra i due paesi. E, sempre sul tema, nei primi giorni del suo semestre di presidenza del Consiglio europeo, anche la Svezia ha già chiarito la propria posizione, puntualizzando che "non ci sarà alcun patto sull'immigrazione".
L'incontro di oggi è anche un appuntamento di preparazione del prossimo vertice europeo sulla gestione dei richiedenti asilo: ovvero il Consiglio Ue straordinario del 9 e 10 febbraio.
Imprese
Punto centrale di oggi è stato anche la messa a punto di un piano di sostegno alle imprese europee. Su questo von der Leyen pare intenzionata a cercare l'appoggio dalla presidente italiana, in vista di un possibile Inflation reduction act europeo, in risposta all'omologo programma statunitense. La presidente della Commissione sembra voler perseguire due obiettivi: il regime agevolato per gli aiuti di stato e, all'interno del progetto Green deal, un fondo a protezione del campo dell'industria. Meloni ha, però, già dichiarato che non intende far diventare questo piano una modalità per agevolare i paesi con lo spazio fiscale maggiore (in primis, la Germania).
Pnrr
Sul Piano di ripresa e resilienza Roma vorrebbe riformulare, in merito a contenuti e fondi, gli accordi. Riguardo alla richiesta finanziaria, la premier italiana mira a ottenere più dei circa 9 miliardi di euro previsti dall'aggiunta dei soldi del RePower Ue. E allo stesso tempo, Meloni - e, in questo caso, soprattutto il ministro degli Affari Ue, Fitto - è costretta a parlare di tempistiche: i restanti quattro anni per finire i progetti e chiudere i lavori sono troppo pochi. Su questo si vedrà necessaria una negoziazione. Anche se, l'Ue non sembra disposta a posticipare la deadline, quando più a modificare il Next generation Eu nella sostanza.