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Il caso

Sul Giurì d'onore FdI preferisce il M5s agli alleati di Forza Italia

Redazione

Veto su Mulè, che rinuncia a presiedere l'organismo parlamentare chiamato a valutare le parole di Donzelli sul caso Cospito. Presidenza affidata a Sergio Costa del M5s. Il deputato meloniano aveva detto: "Meglio un grillino"

Mulè? Giammai. Preferiamo un esponente del M5s. E così è andata: a presiedere il Giurì d'onore l'organo parlamentare chiamato a esprimersi sulle dichiarazioni fatte in Aula dall'onorevole Giovanni Donzelli a proposito del caso Cospito, sarà il grillino Sergio Costa. Oltre a lui, ci saranno Fabrizio Cecchetti, della Lega; Annarita Patriarca, di Forza Italia; Roberto Giachetti, del Terzo Polo, e Alessandro Colucci, di Noi moderati. 

Ma in attesa del 10 marzo, la data entro cui il la commissione dovrà farà chiarezza e riferire sul "caso Donzelli",  a livello politico c'è già un dato di fatto evidente: la maggioranza s'è spaccata, di nuovo. Infatti, i parlamentari di Fratelli d'Italia hanno preferito che la presidenza dell'organo fosse assegnata all'opposizione, dopo aver posto su Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera di Forza Italia, un vero e proprio veto.

In questi casi è consuetudine che il Giurì d'onore, chiamato a stabilire la veridicità delle affermazioni di uno dei componenti dell'Aula, sia presieduto da uno dei vicepresidenti. Scartato Fabio Rampelli, compagno di partito di Donzelli, la scelta più naturale sarebbe stata, appunto, Mulè. Eppure, come raccontano persone molto vicine allo stesso Donzelli, sarebbe stato il deputato toscano a opporsi: "Piuttosto che lui meglio Sergio Costa", quasi a dire che del compagno di coalizione era meglio non fidarsi, viste le posizioni piuttosto critiche assunte da Mulè sin dalla nascita dell'esecutivo

Così ieri l'ex direttore di Panorama ha fatto sapere di aver ritirato la propria disponibilità. "Nelle ultime quarantotto ore mi sono confrontato con il presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana, per verificare l'opportunità di presiedere la Commissione che dovrà pronunciarsi su quanto successo in Aula martedì 31 gennaio tra l'onorevole Giovanni Donzelli e diversi deputati dell'opposizione. Dal momento che presiedevo l'Aula quando i fatti sono accaduti, abbiamo convenuto di non dare seguito all'incarico", ha spiegato. Ma è indubbio che più del ruolo ricoperto all'interno dell'Aula, abbia pesato dalle parti di via della Scrofa l'imbarazzo per le dichiarazioni fatte dal vicepresidente subito dopo le parole di Donzelli. Quelle in cui Mulè definiva "sgraziate" le accuse di aver fiancheggiato le battaglie di terroristi e mafiosi rivolte ai parlamentari del Pd

Sulla vicenda Donzelli e sulla liceità della divulgazione di informazioni riservate è intervenuto anche il Dipartimento per l'amministrazione penitenziaria, con una censura della condotta del sottosegretario Delmastro. Mentre sul fronte parlamentare il Giurì d'onore dovrà esprimersi a proposito del contenuto delle dichiarazioni di Donzelli, se cioè rientrino nell'esercizio di critica del parlamentare o se siano parole eccessive nei confronti dei parlamentari del Pd. Fatto sta che per "farsi giudicare" Donzelli ha creduto ci fossero più garanzie nell'opposizione. Ché degli alleati non ci si può fidare.