editoriali
Covid, la buona memoria dei lombardi
Nelle terre martoriate il voto a Fontana. Tragedia, non giustizialismo
Ci sono due reazioni ciniche e squallide da respingere immediatamente. La prima, quella dei superstiti no vax, ha usato i risultati del voto per insinuare che il Covid è stata una montatura politica, insultando dunque i morti e i loro parenti; la seconda è quella di chi ha usato gli stessi numeri per accusare gli elettori del centrodestra e del governatore Fontana – ma la sconfitta nel Lazio dell’ex assessore D’Amato “che ha fatto bene sul Covid” ha prodotto commenti simili – di aver “dimenticato”, anzi di essere vittime della sindrome di Stoccolma. Entrambe stupidaggini. Però il dato di partenza è vero. Nelle province lombarde più drammaticamente martoriate dal Covid, Brescia e Bergamo, Fontana insieme con la sua coalizione hanno raggiunto quasi il 61 e quasi il 62 per cento, maggioranza assoluta e in crescita. E il centrodestra ha vinto nei comuni simbolo dell’epidemia: Alzano, Nembro e Codogno, dove fu registrato il primo contagio. Cinismo? No. Certo, è un fatto che oggi la pressione psicologica della pandemia non ci sia più. Ma la realtà è semplicemente diversa.
La sinistra per due anni ha cavalcato un’onda giustizialista violenta e sgangherata – poiché basata su nessuna evidenza – accusando il governo regionale, e addirittura il personale della Sanità, di essere “colpevoli”. Majorino ha usato l’argomento in campagna elettorale invocando un repulisti, usando toni accusatori e volgari persino in Val Seriana. Intanto di reati penali nulla si è trovato, e anche le indagini sulle Rsa si sono arenate nelle pure ipotesi. I cittadini lombardi, che pure non dimenticano, hanno dimostrato di saper distinguere quella che è stata una tragica emergenza, che ha trovato tutti impreparati, non solo la regione Lombardia, da azioni dolose o addirittura criminali che non hanno riscontro. Calenda in campagna aveva detto: “Se le persone che vivono in Lombardia non si ricordano dello scempio fatto da Giulio Gallera e Attilio Fontana, abbiamo un grosso problema con la politica”. Il giudizio dei lombardi su chi ha cavalcato questi toni è stato molto chiaro.