la polemica
Il Pd litiga pure su Meloni: "È capace". "No, è la peggiore di sempre"
Letta in un'intervista definisce la premier "meglio di quanto ci aspettassimo". E anche Bonaccini si mostra indulgente. La replica di Schlein: "Non sono d'accordo. Questo governo sta facendo male"
"Meloni è meglio di quanto ci aspettassimo. La realtà è che lei è forte ed è in piena luna di miele". Sono bastate queste dichiarazioni rilasciate da Enrico Letta al New York Times per permettere al Pd di trovare un nuovo argomento di discussione (e divisione interna) in attesa delle primarie: il giudizio sulla premier. Il segretario uscente, questa considerazione, non l'ha buttata lì a caso, a cuor leggero. Incurante di come potesse precipitare nell'avvicinamento ai gazebo. Era inserita invece in un più generale ragionamento su quanto e come il governo si fosse distanziato dai propositi - dalle promesse - espressi in campagna elettorale. E serviva a salutare con favore la svolta europeista di forze politiche della maggioranza che hanno fatto del sovranismo il loro cavallo di battaglia. Insomma, tutt'altro che un endorsement. Semmai una specie di confutazione del messaggio propagandato dallo stesso Pd alle politche, quando si insistette contro lo spettro del fascismo e il principale spauracchio, invece, era lo sfascismo dei conti pubblici.
Fatto sta che alle parole di Letta sono seguite quelle di Stefano Bonaccini, secondo cui "Meloni non è una fascista". Anzi. "E' una persona certamente capace", anche se "ha idee molto lontane dalle mie" e "dovrà dimostrare di essere all'altezza di guidare un governo come quello italiano". Una considerazione difficilmente leggibile come prova di "intelligenza con il nemico".
E però nell'area che sostiene, più o meno apertamente, Elly Schlein hanno letto le dichiarazioni e forse non aspettavano altro per rendere un po' più croccanti questi ultimi giorni di campagna congressuale. Il primo a rispondere a tono è stato Andrea Orlando: "Come si fa a dire che gli esponenti del governo sono capaci o sono meglio di quanto ci aspettassimo", ha detto l'ex ministro del Lavoro, ripronendo dal decreto Rave ai dossier sulla giustizia rivelati da Delmastro e Donzelli, tutte le critiche mosse dal Pd a esecutivo e maggioranza nelle ultime settimane. Ma da lì è partito una specie di fuoco di fila che ha ricompreso anche il vicesegretario uscente Giuseppe Provenzano, secondo cui Meloni "è la peggior premier di sempre". Al punto che dal Nazareno hanno dovuto emanare una nota per manifestare il proprio dispiacere, perché "le parole di Letta sono state travisate". Persino la portavoce del segretario Monica Nardi parlando con Domani ha usato toni tutt'altro che diplomatici: "Orlando pretende di dare una carica ideale, di opinione politica, a un banale caso di sciatteria. Se avesse letto per intero l’articolo questa polemica sul nulla ce la saremmo risparmiata. Eviti però di usare capziosamente il segretario ai fini del congresso".
Intervenuta ieri alla stampa estera, Schlein non ha lasciato passare la questione in secondo piano, spiegando che "Meloni non ha trovato la postura nel nuovo ruolo. Lo credo dal primo discorso che ha fatto alla Camera dove sembrava ancora la leader dell’opposizione e non la prima premier donna". E chiarendo di "non essere d'accordo con Bonaccini", perché questo governo "sta facendo male". Il quale, da par suo, in serata ha controbattuto con una nota piccata: "Io la destra preferisco batterla nelle urne, come ho dimostrato. Vorrei che anche altri avessero la priorità di batterla nelle urne e non con le interviste sui giornali". Clima poco sereno, e non è affatto detto che lo sia di più dopo i gazebo del 26 febbraio.