(foto Ansa)

editoriali

Il fascismo degli antifascisti: la violenza c'è e sta tutta a sinistra

Redazione

A Firenze i collettivi rossi scandiscono cori per Tito. A Torino gli anarchici sfasciano il centro della città. Finirà che la prossima manifestazione Schlein la dovrà dedicare a Meloni

Un altro po’ di intimidazioni, violenze di piazza, teppismi, volgarità, turpi rievocazioni storiche degli anni Settanta e finirà che la prossima manifestazione antifascista di Firenze Elly Schlein la dovrà dedicare a Giorgia Meloni e alla solidarietà nei confronti del centrodestra. Al liceo Carducci di Milano alcuni studenti che probabilmente credono di essere di sinistra  appendono a testa in giù i ritratti di Meloni e del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, scimmiottando l’orrore della guerra civile. A Torino gli anarchici sfasciano il centro della città, sfondano le vetrine dei negozi, e mentre gridano “libertà” divellono l’arredo urbano. Nel fine settimana, a Firenze, i collettivi di sinistra, travestiti come i figuranti delle fiction di Marco Tullio Giordana sugli Anni di piombo, scandiscono slogan come: “Il maresciallo Tito ci ha insegnato, uccidere un fascista non è reato”.

 

Così, mentre la sinistra politica, i suoi giornali e quegli strani tizi che si autodefiniscono “intellettuali di sinistra” denunciano il fascismo alle porte e il governo autoritario, mentre dichiarano di voler difendere la Costituzione e ci fanno sapere che tira un’aria da 1922, ecco, mentre accade tutto questo non gli si può che dare ragione: c’è un’aria di violenza. Altroché. E sta tutta a sinistra.

I partiti di opposizione fanno benissimo a riorganizzarsi, e non si può che osservare con interesse e curiosità il nuovo corso del Pd e il tentativo di costruire un fronte largo dell’opposizione. Depone un po’ male, ma si vedrà, che l’unico collante di questo mondo in cerca d’autore possa essere l’evocazione delle “ombre nere”. E inquieta un po’ che la denuncia del fascismo si accompagni sempre più spesso a manifestazioni di intolleranza anche violenta. Non è per questo un paradosso ritenere che, alla prossima devastazione teppistica di un centro storico, al prossimo slogan che invita all’omicidio, al prossimo ritratto appeso per i piedi, la neo segretaria del Pd possa essere attraversata da un sano moto d’imbarazzo. Finirà, appunto, con una manifestazione antifascista in solidarietà di Meloni.

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