L'intervento
Giorgia Meloni: "L'8 marzo sia un giorno di orgoglio, non di rivendicazioni"
La premier ha parlato in occasione del nuovo allestimento della Sala delle donne alla Camera, dove questa mattina è stata aggiunta la sua fotografia: "Il fatto di essere sottovalutate è un grande vantaggio, perché spesso non ti vedono arrivare. Presto una donna al vertice di una partecipata"
“Il punto non è quale sia il ruolo che gli altri hanno deciso per te: il punto è se tu lo accetti". Questo è il messaggio che Giorgia Meloni ha voluto mandare alle donne italiane alla vigilia dell'8 marzo. Poi l'annuncio: "Mi piacerebbe immaginare che ci possa essere un amministratore delegato donna in una grande azienda partecipata statale". L'occasione è stata l'inagurazione della nuova Sala delle donne alla Camera, un'iniziativa di Laura Boldrini che la premier ha ringraziato all'inizio del suo discorso.
Nella Sala sono ospitati i ritratti delle donne che hanno rivestito nel corso della storia italiana le cariche più importanti, a partire dalle ventuno deputate elette all’Assemblea costituente. All'appello mancavano, fino ad oggi, le immagini per la presidenza della Repubblica e quella del Consiglio: sostituite da due specchi, attraverso i quali chiunque poteva osservare il suo riflesso accanto al nome della carica. Il penultimo specchio è stato quindi sostituito con una fotografia di Giorgia Meloni, in un passaggio dall'evidente significato simbolico.
Proprio sul tema dei ruoli si è concentrato il discorso della premier. Bisogna preferire "la qualità della rappresentanza, rispetto alla quantità". Il punto, spiega, "non è quante donne ci sono ma in quali ruoli". Ed è appunto su questa scia che si inserisce la volontà di nominare al vertice di una società partecipata statale un ad donna. La premier ha ripercorso la sua storia personale, ricordando "gli sguardi quasi divertiti di molti colleghi" al tempo della vicepresidenza della Camera. Sguardi che raccontano del pregiudizio annidato anche, e forse soprattutto, negli ambienti istituzionali. Sguardi che significano "sottovalutazione". E qui la premier ha citato Elly Schlein, ribaltando il messaggio che la segretaria del Pd ha pronunciato appena eletta: "Il fatto di essere sottovalutate è un grande vantaggio, perché spesso non ti vedono arrivare".
"L'8 marzo non deve essere una giornata di rivendicazioni di ciò che gli altri devono concedere alle donne, ma una giornata di orgoglio e consapevolezza di quello che noi possiamo fare", ha concluso la premier, aggiungendo che "si può raggiungere ogni obiettivo". Anche quello di occupare la casella dell'ultimo specchio rimasto sulla parete della Camera, tra gli altri ritratti: "Il momento non è lontano".