Le dichiarazioni
Non solo diritti. “Schlein dica cosa vuole su economia e lavoro”, dice Luigi Zanda
In un'intervista alla Stampa, l'ex capogruppo al Senato dice che "bisogna difendere la natura di partito del Pd". E sulla nuova segreteria: "Sono state chiamate personalità da formazioni minoritarie, una logica che mi sfugge"
Le battaglie di Elly Schlein sui diritti sono “sacrosante”, ma bisogna “difendere la natura di partito del Pd”, senza “scivolare nella forma movimento”. Luigi Zanda, tra i fondatori del Pd e già capogruppo al Senato, ha le idee chiare sui principi che la nuova segretaria deve tenere presente nei suoi primi mesi alla guida dei dem. In un’intervista alla Stampa, afferma che “ora è il momento di chiarire la visione del partito su economia, crescita, lavoro”. Perché i partiti, a differenza dei movimenti, “elaborano pensiero e sono fatti di organizzazione”.
Zanda è consapevole che si è ancora alle fasi iniziali. “Diamole tempo naturalmente”, premette. Ma allo stesso tempo sa che “Schlein deve ancora mostrare la sua visione del partito, dell’Italia”.
Innanzitutto, c’è il problema dell’immigrazione. “È necessario dire esattamente cosa si intende per accoglienza e integrazione, parole che vanno declinate”, avvisa Zanda. E anche sulla posizione da assumere nei confronti della guerra in Ucraina, la differenza sta nel significato che si attribuisce alle parole: “Che pace vogliamo? La pace di Zelensky o quella di Putin?”.
In ogni caso, Elly Schlein dovrà fronteggiare le sfide interne, ancora prima di quelle esterne. Che per il Pd si traduce nel peso delle correnti e delle fazioni. Nella nuova segreteria “sono state chiamate personalità che vengono da formazioni politiche molto minoritarie, una logica che mi sfugge”, è il commento di Zanda. Il quale, però, rassicura: “Non vedo prospettive di scissione”.