Il solito Ignazio
La Russa: "La sinistra si è appropriata dei valori della Resistenza"
"Nella Costituzione nessun riferimento all’antifascismo", dice il presidente del Senato. Chiede "una pacificazione nazionale" e assicura: "Il 25 aprile farò una cosa che metterà d’accordo tutti". Ma intanto opposizione e maggioranza si scontrano sulle mozioni per la Festa della Liberazione
Dice Ignazio La Russa che "il problema è che di quei valori si sono appropriati il Pci e poi la sinistra". Si riferisce agli ideali della Resistenza, a quella che vede come un'approprazione indebita, oltre che una lettura a suo dire incontestabile. "Questo è un fatto storico. E a questo mi sono sempre opposto"
Il presidente del Senato, uomo di peso della cerchia più vicina alla premier Meloni, torna a parlare di antifascismo e resistenza in un colloquio con Repubblica. E lo fa non senza toni polemici, quando mancano ormai pochi giorni al 25 aprile. Chiede – come spesso ha fatto – una "pacificazione nazionale" e un "un’unica lettura" sulla Carta costituzionale, almeno per quando riguarda "la parte dei diritti, della democrazia, della partecipazione e della libertà". Sottolinea di "condividere appieno i valori della Resistenza, vista come superamento di una dittatura". Ma ci tiene a sottolineare anche (e soprattutto) che una parte politica – la sinistra appunto – ha strumentalizzato certi valori.
La dimostrazione, secondo La Russa, starebbe nel fatto che "nella Costituzione non c’è alcun riferimento all’antifascismo. Perché? Io credo semplicemente che ciò accadde sotto la spinta dei partiti moderati che non volevano fare questo regalo al Pci e all’Urss". Un'affermazione non da poco, su cui questa mattina sono arrivate puntuali le critiche dalle opposizioni. Qualche giorno fa, aveva definito una banda di semi pensionati i nazisti uccisi dai partigiani in via Rasella. E anche in quella occasione erano arrivate dure proteste. Ma anche la presa di distanza di Giorgia Meloni, che aveva definito quell'uscita come "una sgrammaticatura istituzionale".
"Qualsiasi cosa si dica o si faccia viene strumentalizzata. E finiamo costretti sempre a inseguire la polemica. Allora rinuncio pure a fare commenti, come è accaduto in Israele", si difende oggi l'esponente di Fratelli d'Italia, che richiama Ginafranco Fini e dice: "Il fatto che io abbia sposato la svolta di Fiuggi parla di me".
Difficile in ogni caso che il 25 aprile andrà in piazza con l'Anpi, ma assicura: "Farò una cosa che metterà d’accordo tutti". Quell'accordo che invece ieri non è stato trovato in aula al Senato sempre a proposito della Liberazione, sulle mozioni di maggioranza e opposizione. Il documento presentato dalla minoranza è stato votato dal centrodestra, mentre non è successo il contrario e i partiti di governo sono andati all'attacco: "Vergogna", hanno gridato in Aula dai banchi della maggioranza. Manca la parola antifascismo, la replica delle opposizioni, mentre il presidente La Russa richiamava i senatori per placare l'agitazione. Per la pacificazione auspicata dal numero due dello stato ci vorrà ancora un po'.