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il viaggio

Meloni vola a Londra per rassicurare i mercati e rinsaldare l'asse con Sunak

Redazione

Due giorni nella City per consolidare le relazioni con il primo ministro britannico e conquistare la fiducia degli investitori. In ballo il dossier migranti e la cooperazione industriale sul caccia militare Tempest. L'auspicio della premier è chiudere un accordo bilaterale post Brexit

L'importanza che Giorgia Meloni attribuisce ai rapporti con il Regno Unito si capisce anche da come è stato organizzato il suo viaggio a Londra. La premier, da oggi nella City, si fermerà due giorni. Un caso inedito per un viaggio in un paese europeo. D'altra parte, serve tempo per incastrare l'incontro a Downing street con il primo ministro Rishi Sunak, oggi alle 15 ore locali, con il tour culturale ed economico che attende la premier, impegnata a visitare i millenari mosaici benedettini di Westminster e la mostra dedicata a San Francesco d’Assisi della National gallery, aperta in via eccezionale per l'occasione. Anche il colloquio con Sunak è stato organizzato con l'intento di sottolineare il peso politico dell'incontro: durerà tre ore, secondo indiscrezioni, un record per gli inglesi. In serata ci sarà poi la cena con la delegazione italiana in ambasciata.

 

Sullo sfondo ci sono le preoccupazioni finanziarie. La notizia che spaventa è che Moody's starebbe pensando di declassare i titoli italiani a ridosso dei "junk bonds", i titoli spazzatura. La decisione sarà presa nella prossima valutazione del credito prevista il 19 maggio. Il viaggio di Meloni sarà anche un tentativo di organizzare appuntamenti e inviare un messaggio rassicurante agli investitori. 

Con il premier Sunak i temi sul tavolo sono molti e di ampia portata. Tra i due governi si auspica un coordinamento in politica estera, in particolare sull'Ucraina – a proposito della quale entrambi i leader hanno sempre sottolineato il fermo sostegno – l'Africa e l'Indo-Pacifico. Un'occasione per Meloni di incardinare ancora di più la linea del governo italiano in un'ottica atlantista. L'intesa tra i due può rivelarsi utile anche sul fronte europeo, con il Regno Unito impegnato a negoziare con Bruxelles su diversi fronti.

Con Sunak, Meloni parlerà anche di flussi migratori, della collaborazione industriale che vede i due paesi impegnati con il Giappone nella costruzione di Tempest, un jet supersonico di sesta generazione, e degli scambi commerciali segnati dalla rottura della Brexit.

Uno dei terreni di confronto più interessanti riguarda gli scambi commerciali. Tornare a Roma dopo aver firmato un accordo bilaterale post Brexit, sulla scia di quelli che il Regno Unito ha già chiuso con Francia e Germania, sarebbe il risultato più spendibile per Meloni. In questo senso va letto il memorandum d'intesa che lo scorso febbraio il ministro Antonio Tajani ha siglato con la ministra per il Commercio internazionale e le Imprese, Kemi Badenoch, per approfondire il solido partenariato economico tra i due paesi. 

 

Meloni e Sunak si erano già incontrati per un colloquio lo scorso novembre a Sharm el Sheikh, a margine del summit della Cop27. Tra i due c'è una sensibilità politica condivisa che avvicina possibili intese. Non è un caso che l'incontro di oggi sia stato preceduto da un fitto programma di visite politiche e diplomatiche negli scorsi mesi. Come ha notato Agenzia Nova, a Londra hanno fatto tappa il 13 marzo scorso il sottosegretario agli Affari esteri Giorgio Silli, per ben due occasioni il ministro della Giustizia Carlo Nordio – a fine febbraio e il 21 marzo – e la scorsa settimana il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco. Ancora più importante, tuttavia, è stata la visita di tre ministri del governo britannico – il titolare degli Esteri James Cleverly, quello della Difesa Ben Wallace e Kemi Badenoch, ministra del Commercio internazionale e delle Imprese – gli scorsi 8 e 9 febbraio a Roma. Sinora questa è stata la delegazione governativa più importante giunta in Italia dall'insediamento del governo guidato da Giorgia Meloni, a conferma della volontà di instaurare una relazione più fitta e reciprocamente vantaggiosa.

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