Editoriali
Perché la destra soffre nelle città globali
Brescia ma non solo. Le amministrative illuminano una ferita per Meloni & Co.
L’esame dell’esito elettorale delle amministrative è come sempre controverso, il che fa pensare che in sostanza l’equilibrio tra le forze politiche sia rimasto pressoché immutato. Più che sui dati quantitativi forse conviene concentrare l’attenzione sui segnali che possono essere colti nella distribuzione dei consensi. La nuova sconfitta del centrodestra a Brescia, grande centro di una regione come la Lombardia in cui il centrodestra è maggioranza da tempi immemorabili, fa pensare che la sua proposta non riesca a incontrare le aspettative di una città in cui si sentono gli effetti della modernità. Dare risposte alla modernità da parte di una coalizione conservatrice non è facile, e questo è confermato dalla sua difficoltà a primeggiare nelle grandi città. Il vecchio modello del conservatorismo liberista, quello di Margaret Thatcher e di Ronald Reagan, in una fase in cui è assolutamente evidente l’esigenza di un impegno più pervasivo dello stato per governare problemi di dimensione sovranazionale, della pandemia alla guerra, non è utilizzabile. Di questo il centrodestra “sociale” di Giorgia Meloni è ben consapevole, ma la riproposizione di modelli di convivenza tradizionali si scontra con l’effervescenza delle società urbane.
La sinistra, per parte sua, ha un problema irrisolto con i ceti popolari. La conferma dell’amministrazione di destra a Cinisello Balsamo col 60 per cento dei consensi ne è un sintomo abbastanza chiaro. Cinisello è un grosso centro in cui risiedono soprattutto lavoratori, che in passato seguivano il Pci e che ora invece, qui come nella vicina Sesto San Giovanni, non si sentono rappresentati né dal Pd né dalla Cgil. Riproporre uno schema di contrapposizione sociale che aveva un senso nelle lotte delle grandi fabbriche manifatturiere, che ora non esistono quasi più, e subordinare per giunta queste tematiche a quelle, peraltro piuttosto gridate, che spiegate dei “diritti civili” finisce col perdere contatto con l’elettorato più popolare. Le elezioni amministrative non hanno prodotto modificazioni del quadro generale che possano indicare particolari strategie politiche, invece segnalano la permanenza di problemi e insufficienze di entrambi gli schieramenti che sarebbe saggio non trascurare da parte di chi ha la responsabilità di dirigerli.