Editoriali
I ridicoli tentativi di definire “fascista” la violenza della Milano di sinistra
La capriola del manganello. L'intollerabile caso di violenza della Polizia locale non è un problema di Meloni o della destra, è un problema di chi governa il capoluogo lombardo. Che da dodici anni è guidato da sindaci di sinistra che hanno fatto dell’inclusione la loro bandiera
Subito dopo la diffusione del video dell’increscioso pestaggio a Milano di una persona (donna brasiliana, una trans: altrimenti i correttisti sospettano omofobia) a opera di agenti della Polizia locale, è cominciato un fenomeno a dir poco stupefacente. Carlo Verdelli è stato tra i primi a evocare una mentalità da “manganello”, che ovviamente chiamerebbe in causa la destra; ma ieri il tentativo di etichettare come “fascista” il pestaggio di Milano era pervasivo fino al ridicolo. Citeremo fra i tanti uno scalcagnato romanziere, del resto penna del Fatto, che è riuscito a twittare: “Non si fa in tempo a costruire la narrazione farlocca del ‘fascismo degli antifascisti’, che i vigili di Milano ci ricordano il fascismo dei fascisti”. Che i vigili di Milano dipendano, da anni, da amministrazioni di sinistra, non conta. Ma la verità fattuale, rimessa sulle sue gambe, è diversa.
Milano da dodici anni è guidata da sindaci di sinistra che hanno fatto dell’inclusione la loro bandiera. E se, in dodici anni, non si è riusciti a impartire disposizioni alla Polizia locale, se non ci si è accorti di eventuali comportamenti violenti, o magari si è chiuso un occhio, è un problema serio. Ma non è, come i furbi provano a dire, un problema di Meloni o della destra. E’ invece un problema di chi governa Milano. Anche perché c’è una parte della sinistra che ne approfitta per attaccare la stessa sinistra. Un noto autore ha scritto che se Milano è questa, “il Bosco verticale ce lo possiamo…”, eccetera. Come se ci fosse una relazione tra lo sviluppo urbanistico e la violenza sui cittadini.
In realtà il pensiero della sinistra-sinistra, che a malapena tollera la giunta di Beppe Sala, è esattamente quello: il riformismo è un male che sconfina nel liberismo, e il liberismo è l’anticamera del fascismo. Purtroppo per loro le cose stanno diversamente. Va invece aggiunto che si tratta dello stesso corpo di Polizia di cui, giustamente, Sala dice che non è attrezzato per sventare gli stupri in stazione. Ma evidentemente si ritiene attrezzato per manganellare i cittadini, quando non corre rischi. E non è fascismo, stavolta.