il riavvicinamento
La ministra francese Colonna sigla la pace con l'Italia sui migranti: "Ora risposte comuni"
La titolare degli Esteri di Parigi ieri ha visto Tajani: "Qui per rilanciare lo spirito del Trattato del Quirinale. L'Italia è un paese amico". E sulla gestione degli sbarchi: "Tutti gli esponenti del governo francese sanno che affronteremo meglio questa difficoltà cooperando insieme"
"L'Italia è un paese amico, al quale ci legano molte cose tra cui l'affetto reciproco. E quando ci sono questioni delicate, dobbiamo parlarne apertamente e amichevolmente". A gettare acqua sul fuoco rispetto alle relazioni tra Italia e Francia ci pensa la ministra degli Esteri di Parigi, Catherine Colonna, che ha concesso un'intervista al Corriere della Sera nel giorno in cui è stata ricevuta dal suo omologo a Roma, Antonio Tajani. I due avevano in programma una cena in Francia, a inizio maggio: cena che poi saltò per gli attacchi che il ministro dell'Interno Gerald Darmanin rivolse all'Italia sulla gestione dei migranti, ritenendo il governo Meloni "incapace" di gestire il fenomeno.
Adesso Colonna, che ha sempre rappresentato l'ala dialogante del governo transalpino, spiega come la sua visita non sia "solo di natura istituzionale, ma riguarda proprio il nostro lavoro comune. E su tutti i temi abbiamo cercato di fare passi avanti". Questo perché, come si spende a spiegare ancora Colonna, "tutti i membri del governo francese, ognuno con le proprie parole, sanno che affronteremo meglio qualsiasi difficoltà con una maggiore cooperazione franco-italiana, a partire dalla questione migratoria". L'obiettivo è anche recuperare la ratio e lo spirito del Trattato del Quirinale, sottoscritto all'epoca del governo Draghi, e che prevedeva proprio una maggiore collaborazione tra Roma e Parigi sulle materie che riguardano i due paesi. Un accordo che, secondo il ministro Colonna, "dobbiamo mantenere vivo, con lo stesso zelo e spirito positivo da entrambe le parti".
Ma come si può affrontare concretamente la questione migratoria? Da parte francese è piuttosto chiaro che il problema risieda nell'instabilità della Tunisia, lettura che avvicina molto l'Eliseo a Palazzo Chigi, visto che il governo italiano è stato tra i soggetti più attivi nel richiedere che a livello internazionale ci si interessasse del caos a Tunisi, coinvolgendo istituzioni sovranazionali come il Fondo monetario internazionale. Da questo punto di vista, spiega Colonna, "dobbiamo aumentare la nostra cooperazione con la Tunisia attraverso il canale europeo e anche attraverso i reciproci rapporti bilaterali con la Tunisia, che abbiamo interesse a coordinare bene".
Fatto sta che la soluzione non sta nelle fughe in avanti, o nel credere che partita si possa giocare da soli, ma solo a livello europeo. "Abbiamo un Consiglio europeo a giugno e la nostra ambizione condivisa è di affrontarlo con un nuovo passo avanti nel riavvicinamento delle posizioni. Dobbiamo tenere a mente questo calendario e usarlo per progredire. Non ci sono soluzioni nazionali. La soluzione sta nella nostra cooperazione tra noi".