Le riforme
Salvini tende la mano a Meloni: sì all'elezione diretta del premier
Al festival dell'economia di Trento il ministro delle Infrastrutture invita alla cautela sulle riforme costituzionali ma si mostra favorevole al premierato: "Non tocchiamo il ruolo del capo dello stato ma i cittadini indichino direttamente una maggioranza e chi la guiderà"
Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ieri si è collegato dalla prefettura di Bologna al festival dell'Economia organizzato a Trento dal Sole 24Ore. Tra le altre cose - le grandi opere e le infrastrutture necessarie al paese, la digitalizzazione e l'autonomia - ha parlato anche di riforme costituzionali. Sul tema il leader del Carroccio ha invitato alla cautela: si è detto contrario al presidenzialismo ma ha fornito un discreto assist a Meloni sul premierato. "Non toccherei il ruolo del capo dello stato", ha detto "e darei a tutti i cittadini la possibilità di indicare direttamente una maggioranza e chi la guiderà, per garantire che non ci saranno ribaltoni politici nell’ambito della stessa legislatura". Salvini ha aggiunto che "l’indicazione diretta da parte dei cittadini di un presidente del Consiglio porterebbe stabilità, un valore importante per i mercati".
Crolla quindi il muro interno alla maggioranza sull'ipotesi di premierato, idea sposata dalla premier che, a seguito della ricognizione fatta con le opposizioni, sembra aver abbandonato la strada dell’elezione diretta del presidente della Repubblica in favore di quella del capo del governo. Dal lato delle opposizioni, i partiti di Matteo Renzi e Carlo Calenda, Italia Viva e Azione, si sono detti pronte a collaborare, mentre c'è stata un'apertura da parte di Pd e M5s.
Il punto fondamentale per il capo della Lega è arrivare al progetto di autonomia differenziata, al quale si devono aggiungere "gli enti locali che potranno gestire meglio alcune competenze". "Mi sembra che sia un perfetto mix", dice. "Le riforme sono in perfetto connubio: dare agli italiani la possibilità di scegliere un governo forte e stabile e nel contempo attuare quanto la Costituzione già prevede e quindi delegare alleregioni che volessero alcune competenze".