malumori democratici
Dall'Ucraina all'abuso d'ufficio: le grane che Schlein dovrà affrontare oggi in direzione Pd
Dopo la partecipazione della segretaria al corteo grillino, crescono i malumori nel partito. D'Amato lascia l'assemblea nazionale. Ricci: "Caduti in una mezza trappola". Boccia prova a smorzare i toni, ma tra i dem c'è agitazione
Gli echi della manifestazione di sabato organizzata dal Movimento 5 stelle a Roma contro le politiche sul lavoro del governo arrivano al tavolo della direzione nazionale Pd, convocata per oggi alle 15 dopo due rinvii. Sulla carta l'incontro avrebbe dovuto essere l'occasione per ricompattare i dem, ma è facile prevedere che le correnti – non tutte convinte della linea Schlein su vari aspetti – faranno sentire la loro voce.
I temi che agitano sono diversi. Superando l'imbarazzo per la partecipazione di Schlein alla manifestazione grillina di sabato, i dem dovranno ritrovare un posizionamento comune sul sostegno all'Ucraina, sulla maternità surrogata e sull'abuso d'ufficio. Questioni su cui Schlein dovrà cercare un equilibrio e una mediazione non facile, considerando anche che nelle ultime ore le critiche e le perplessità verso la segretaria si sono fatte più esplicite. La partecipazione alla piazza grillina le ha fatte detonare.
Il dissenso, in particolare, si è incanalato nell'addio di Alessio D'Amato all'assemblea nazionale. "E' stato un errore politico partecipare alla manifestazione", ha detto l'ex candidato alla presidenza della Regione Lazio, polemizzando con "le brigate e i passamontagna" di Grillo. "Vi voglio bene, ma non mi ritrovo in questa linea politica", ha quindi concluso in un tweet. Non è ancora certo se lascerà il partito, ma D'Amato lo sta valutando, come lui ha stesso ha ammesso.
La piazza che avrebbe dovuto unire le opposizioni insomma ha finito per rendere più evidenti le divisioni non solo fra i due partiti di centrosinistra, ma anche e forse soprattutto nelle correnti interne ai dem. L'imbarazzo generato dalle grida contro il sostegno all'Ucraina provenute fra gli altri da Moni Ovadia, non ha fatto altro che confermare il clima teso nelle opposizioni, dove la politica estera continua a essere un tema dirimente e la posizione dem non appare più granitica come qualche mese fa - si ricorderà l'esito del voto Pd sulle armi a Bruxelles o la scelta di Paolo Ciani (contrario all'invio di armi) promosso vicecapogruppo alla Camera a spese di Piero De Luca, figlio del governatore campano.
Il resto lo hanno fatto le dichiarazioni di Beppe Grillo – "fate le brigate di cittadinanza, mettetevi il passamontagna e di notte, senza farvi vedere, fate i lavoretti, sistemate i marciapiedi, reagite" – a destare critiche e smarcamenti, facendo così passare in secondo piano le generiche promesse (e premesse) di collaborazione fra Schlein e Conte.
A cercare di smorzare i toni è Francesco Boccia, presidente dei senatori dem: "Non alimentiamo polemiche sterili e il gioco di chi vuol fare la stampella della destra al governo, noi non alimenteremo mai il chiacchiericcio di chi fatica ad accettare la leadership di Elly Schlein". E lo stesso Matteo Ricci, coordinatore dei sindaci Pd, ammette: "Schlein è caduta in una mezza trappola portando il saluto del Pd alla manifestazione del M5s". Il sindaco di Pesaro chiede anche che la fase costituente non si fermi: serve maggiore confronto, maggiore inclusione nelle scelte, è il ragionamento.
Gli strascichi della protesta di sabato rappresentano però soltanto l'ultimo degli episodi che agitano il Pd. C'è ad esempio la maternità surrogata – con il ddl del governo oggi alla Camera – su cui la linea dei dem continua a essere ambigua. Schlein si è detta personalmente favorevole, ma molti altri si sono detti contrari alla Gpa e continuano a chiedere un confronto che per ora non c'è stato.
Ad agitare gli animi c'è anche l'abolizione del reato di abuso d'ufficio – approvata in Cdm dal governo – con i sindaci e numerosi esponenti del Pd a favore della riforma, in polemica con la segreteria. Di tutto questo si parlerà, dietro e davanti le telecamere, oggi pomeriggio. In cerca di una linea.