Editoriali
Un governo contro la farmaceutica
Oltre Aifa. Cosa sta facendo il governo per un’industria strategica? Nulla
A distanza di sei mesi dalla sua approvazione in Parlamento, la riforma di Aifa continua a esistere solo sulla carta. Perché allora approvare in fretta la riforma dell’Ente regolatorio per mezzo di un emendamento al decreto potenziamento Nato e Ssn Calabria per poi rinviare di continuo la sua attuazione? Non era più ragionevole studiare un provvedimento ad hoc e coinvolgere gli esperti del settore con un ciclo di audizioni visto che si parla di un’Agenzia chiamata a gestire 32,2 miliardi di spesa farmaceutica e a sovrintendere l’autorizzazione all’immissione in commercio dei nuovi farmaci? Aifa è un organo strategico, essenziale per garantire l’accesso a terapie innovative, centrale per la ricerca indipendente e fondamentale per la competitività dell’intera filiera del farmaco in Italia. Con la nuova governance accentrata nelle mani del presidente del cda, di origine totalmente politica, si snatura la sua caratteristica d’indipendenza scientifica. Con il decreto Enti sono stati nuovamente prorogate al 1° ottobre 2023 i termini della durata in carica dei componenti della Commissione consultiva tecnico-scientifica (Cts) e del Comitato prezzi e rimborso (Cpr). Si prende quindi nuovamente tempo nelle more dell’attuazione della riforma che prevede la fusione di Cts e Cpr nella Commissione scientifico economica (Cse) con l’obiettivo di snellire le procedure e accelerare il processo valutativo. Dimezzando però il numero degli attuali membri delle commissioni, passando dai 20 di Cts e Cpr ai 10 della nuova Cse, si rischia di perdere in specializzazione dovendo così ricorrere a più pareri esterni che necessitando di tempo rischiano di annullare il presunto vantaggio di accelerare il processo valutativo. L’impressione è quella di una riforma rabberciata a causa di una fretta tanto incomprensibile quanto ingiustificata. Chissà se Farmindustria, domani, quando alla sua assemblea riunirà molti ministri del governo, avrà la forza di mostrare all’esecutivo quello che sta facendo per la farmaceutica italiana: zero.